Il piano sociosanitario Ieri in aula il voto che lo cambia: eliminati i poteri di veto del Consiglio, decide la giunta. E le schede slittano
VENEZIA — Nel Veneto che non perde occasione per farsi vanto del suo primato in sanità, anche questo tutto sommato è un piccolo record. Solo che stavolta c’è assai poco di che andare fieri. A soli cinque mesi dalla sua approvazione, e prim’ancora d’essere mai stato applicato, il nuovo piano sociosanitario è infatti già stato modificato, in modo radicale, specialmente sul piano della governance. Una scelta obbligata, quella sancita ieri dal voto in consiglio regionale (favorevoli solo Lega e Pdl), dettata dalla necessità di sottrarre il provvedimento alla spada di Damocle della Corte costituzionale dopo il ricorso (ampiamente annunciato) del governo. Alla fine, e questo era quel che gli premeva dimostrare dopo la bocciatura dei suoi emendamenti in aula nel giugno scorso, l’assessore alla Sanità Luca Coletto aveva ragione su tutta la linea: la commissione Sanità può dare sì un parere, ma non vincolante sulle schede ospedaliere e la nomina del segretario generale della Sanità e del Sociale spetta in toto alla giunta e non al consiglio. Di più, nel suo eterno braccio di ferro con il presidente della commissione Leonardo Padrin (a lungo sostenitore della necessità di attribuire nuovi e maggiori poteri all’assemblea in materia di salute), Coletto ha messo a segno pure un altro, clamoroso risultato: l’abrogazione di qualunque termine per la presentazione delle nuove schede in aula (inizialmente era stato fissato per la fine di dicembre). E intanto il counter messo da Padrin sul suo sito, per registrare gli sprechi dovuti ai ritardi nell’iter, continua a girare imperterrito: ieri sera era a quota 20 milioni di euro. «L’eliminazione di ogni scadenza temporale – ha commentato il vice di Padrin in quota Pd, Claudio Sinigaglia – rende il piano evanescente e deresponsabilizza sia la giunta sia il consiglio. Ho la netta impressione che l’abrogazione dei termini sia stata voluta in funzione elettorale, in vista delle politiche di primavera». Il confronto in aula ha poi portato altre due novità. La prima, su proposta del gruppo Udc, è l’allungamento della durata dei contratti dei direttori generali delle Usl, che non resteranno più in carica per 3 anni bensì per l’intera legislatura. La seconda, su proposta di Padrin e del democrat Piero Ruzzante, vieta invece l’installazione di nuovi impianti per l’emittenza radiotelevisiva nel territorio del Parco Colli Euganei e autorizza il trasferimento «in via transitoria» degli impianti già esistenti, «con contestuale rimozione delle strutture dismesse, recupero delle aree interessate e ricollocazione degli apparati su strutture che producano minori emissioni», da individuarsi da parte dell’Ente Parco.
28.11.2012 Il Corriere del Veneto,