Il consiglio dei ministri ha approvato il «pacchetto trasparenza», così come prevedeva la legge anticorruzione varata, tra mille «agguati» parlamentari, a fine novembre.
Su proposta del ministro Patroni Griffi, viene istituito l’obbligo di pubblicità della situazione patrimoniale per tutti i politici (dal Parlamento agli enti locali) ma anche per tutti i dirigenti nominati dalla politica (cioè non attraverso gli scatti della carriera amministrativa) sia negli enti pubblici che nelle società partecipate. Sui dirigenti amministrativi, le norme sono temporaneamente in stand by.
ROMA. È un forte salto di qualità. Il consiglio dei ministri ha approvato il «pacchetto trasparenza», così come prevedeva la legge anticorruzione varata, tra mille agguati parlamentari, a fine novembre.
In concreto, su proposta del ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, viene istituito l’obbligo di pubblicità della situazione patrimoniale per tutti i politici (dal parlamento agli enti locali) ma anche per tutti i dirigenti nominati dalla politica (cioè non attraverso gli scatti della carriera amministrativa) sia negli enti pubblici che nelle società partecipate. Sui dirigenti amministrativi, le norme sono temporaneamente in stand
II decreto Ora la parola al Garante Iniziativa anche sui criteri delle nomine nella Sanità
bye non è escluso che possano subire qualche aggiustamento nel corso della stesura definitiva dei due decreti legislativi varati ieri, uno dei quali riguarda il conflitto d’interessi per i magistrati.
Il rush finale del Consiglio dei ministri che ha accolto l’impostazione del ministro Patroni Griffi, sta dunque ad indicare la volontà di imprimere una svolta prima delle elezioni. Le nonne così riguarderanno direttamente tutti i nuovi eletti (oltre a chi è già in carica). L’obbligo dipubblicazione degli stipendi dei
dirigenti era stato introdotto dal governo a più riprese nel 2008 e nel 2009. Ma è stato notevolmente ampliato: riguarderà infatti una platea più ampia e un numero di beni molto più consistente.
In pratica non è soltanto il diretto interessato ma anche i parenti fino al secondo grado che dovranno pubblicare il loro patrimonio. On line, sui siti delle pubbliche amministrazioni (Stato, Regioni, Province e Comuni oltre agli enti pubblici e alla società partecipate anche a livello locale), si dovranno dunque trovare oltre all’ultima dichiarazione dei redditi precedente all’assunzione dell’incarico, anche tutto l’elenco dei beni immobili e dei beni mobili registrati (barche, automobili, eccetera) e poi azioni, obbligazioni, titoli di Stato, terreni. La logica è quella del Freedom of Informa-tion Act ampiamente sperimentata negli Stati Uniti. In pratica si vuole consentire la verifica diretta sull’arricchimento di politici e dirigenti pubblici.
Inoltre ogni amministrazione dovrà pubblicare tutte le informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle Pubbliche amministrazioni. Il filo conduttore è che tutto ciò che comporta l’utilizzo di risorse finanziarie pubbliche deve essere trasparente ed accessibile al pubblico.
In pratica, riorganizzando le disposizioni già previste (per esempio quella che obbliga la pubblicazione dei pagamenti superiori ai mille euro), si è rafforzato l’obbligo di pubblicare bandi di gara, concorsi e tutti i pagamenti «per consentire ai cittadini un controllo democratico sull’attività delle amministrazioni e sul rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, imparzialità, responsabilità, buon andamento, efficacia, efficienza della Pubblica amministrazione».
Previste sanzioni per i dirigenti che non si adeguano. L’attuazione del decreto avverrà a scaglioni con tempi stabiliti. In assenza, l’obbligo scatta entro quindici giorni dalla pubblicazione dei decreti che ora passano al vaglio dell’Autorità per la Privacy.
Altrettanto importante è il secondo decreto legislativo. Individua infatti gli ‘ ulte-riori incarichi, apicali, semi-apicali, presso le istituzioni, gli organi e gli enti pubblici, che comportano l’obbligatorio collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari oltre che degli avvocati e dei procuratori dello Stato».
Infine, il reclutamento dei dipendenti della pubblica amministrazione avverrà attraverso la riforma delle scuole esistenti nel Sistema unico del reclutamento e della formazione pubblica.
Inoltre, i documenti e le informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria, devono essere disponibili in formato aperto e possono essere conosciuti, fruiti gratuitamente, utilizzati e riutilizzati da parte di chiunque. L’obbligo di pubblicità riguarda anche i procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche. Tutti avranno il diritto di chiedere ed ottenere gratuitamente dalla pubblica amministrazione gli atti, i documenti e le informazioni di cui è obbligatoria la pubblicazione ma che, per qualsiasi motivo, queste non hanno provveduto a rendere pubbliche sui propri siti istituzionali.
Il Messaggero – 23 gennaio 2013