
Padoan esclude il taglio Irpef: poche risorse. Il ministro: «Senza interventi della Bce lo spread non salirà». Oggi summit a Palazzo Chigi sulla vicenda Tim
«Ci sono strumenti che possono essere usati adesso e altri più avanti. Bisogna fare i conti con le risorse, che ora non consentirebbero un taglio permanente e di impatto significativo». Non ci sarà spazio per la riduzione dell’Irpef nella prossima manovra di bilancio per la quale, ha detto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, le risorse «sono molto limitate» e «vanno concentrate su alcuni obiettivi prioritari».
«I tagli di tasse sono stati una costante del governo precedente e continueranno ad esserlo» ha detto il ministro a Sky Tg24 , «ma ci sono vincoli di bilancio e impegni presi in Europa». La politica di bilancio sarà in piena continuità col passato e dunque non mancherà il sostegno alla crescita. Anche se le misure dovranno essere selettive. «Dovremo definire poche priorità perché ci sono poche risorse» ha aggiunto Padoan, confermando che tra le prime ci sono i nuovi sgravi «permanenti» sul costo del lavoro. «Ci sono molte opzioni che vanno valutate in termini di efficacia» ma l’idea dell’esecutivo è quella di concentrare gli sgravi sull’assunzione a tempo indeterminato dei giovani, ha detto il ministro, definendo «irrealistica» l’ipotesi di un aumento dello spread quando cambierà la politica monetaria della Bce.
Padoan è tornato anche sul caso Stx-Fincantieri: «Il primo passo è chiarire la faccenda. È presto per discutere degli altri aspetti della vicenda» ha detto Padoan. «C’era un accordo con il governo precedente che è stato smentito e ritirato dal nuovo presidente, Emmanuel Macron. Noi non lo accettiamo e da questo punto ripartiamo. Per noi il 50/50 non è una soluzione», ha sottolineato il ministro. Che non esclude, se i francesi non cedessero la promessa maggioranza di Stx a Fincantieri, di interessare le autorità europee.
«Sta alla Commissione europea decidere se ci sono gli estremi di intervento di fronte alla nazionalizzazione dei cantieri navali francesi» ha detto il ministro senza sbilanciarsi più di tanto. Prudenza anche sul caso Tim, dopo la richiesta avanzata dal ministro Calenda a Palazzo Chigi di verificare il rispetto delle norme che, secondo il ministro, obbligavano i francesi a notificare l’acquisizione del controllo azionario, ma anche dell’assunzione della direzione e del coordinamento di Tim. Sullo scorporo della rete, tuttavia, Padoan si è detto favorevole in linea di principio. «Lo scorporo della rete è un discorso molto generale e noto. È una configurazione che aumenta l’efficienza e la competizione, quindi va applicata là dove è possibile» ha detto Padoan.
Oggi intanto si riunisce a Palazzo Chigi il Comitato che dovrà verificare se effettivamente Vivendi aveva l’obbligo di notificare l’operazione al governo, trattandosi Tim di una società che ha al suo interno attivi rilevanti per la sicurezza e la difesa nazionale, come il controllo di Telecom Sparkle, proprietaria di 500 mila chilometri di cavi sottomarini in fibra ottica a grandissima capacità. Dopo la notifica, che non c’è stata, il governo avrebbe potuto porre un veto all’operazione. Per la mancata informazione, se dovuta, Vivendi rischia anche una multa salatissima.
Mario Sensini – 4 agosto 2017