Blitz nella notte di un gruppo di militanti di Centopercentoanimalisti che ha disattivato alcune gabbie per la cattura delle Nutrie nei pressi delle zone di via Pelosa, a Caselle di Selvazzano, e a Rubano in provincia di Padova
«Le nutrie sono da anni vittime di una persecuzione dissennata – scrive l’associazione rivendicando il blitz – questi poveri animali, prima di tutto non sono in Italia per loro volontà (a parte che, vivendoci da più di 50 anni, non possono più essere considerati specie alloctona): ma allevati per la loro pelliccia, il “castorino”, quando questa passò di moda furono lasciati andare dagli allevatori stessi, e riuscirono a sopravvivere ed adattarsi».
La nutria – per gli animalisti – non minaccia gli argini: scava la tana quando deve partorire, e, essendo molto territoriale, non tollera la presenza di altre femmine nelle vicinanze. La distanza tra una tana e l’altra è mediamente sui 250 metri.
«I burocrati delle Province, forse per giustificare in qualche modo gli stipendi che prendono, hanno scatenato una campagna di sterminio, affidandone l’esecuzione alla Polizia Provinciale (anche loro devono dimostrare di fare qualcosa) e ai cacciatori, sempre pronti ad ammazzare qualsiasi essere vivente, purché lo possano fare senza rischi».
E la lista di Animali “indesiderati” o “esuberanti” è lunga: stessa sorte hanno Cornacchie, Gazze, Ghiandaie, Cinghiali, Volpi.
Il Gazzettino – 17 giugno 2014