La preoccupazione di Sinigaglia, consigliere regionale Pd «II divorzio dall’Azienda ospedaliera va discusso a fondo»
Ha letto il Mattino e d’istinto ha subito telefonato al reggente Ivo Rossi e all’assessore Fabio Verlato. Con una richiesta precisa: convocare a tambur battente la Conferenza dei sindaci dell’Usl 16.
«Separazione o divorzio, riorganizzazione dei Dipartimenti o degli ospedali, comunque si tratta del futuro di Azienda ospedaliera e Usl 16. E su questo è indispensabile la massima e assoluta chiarezza. Fino in fondo» afferma il consigliere regionale del Pd Claudio Sinigaglia.
La lettera della Direzione Strategica dell’Usl 16 ai “collaboratori” ha già incendiato le relazioni sindacali. E messo in allarme Claudio Dario, direttore generale di via Giustiniani, per le inevitabili ricadute dell’annunciata manovra di smantellamento delle sinergie (per ora) nei Dipartimenti interaziendali. Da domani si apre anche il fronte delle Amministrazioni comunali, in attesa che dalla Regioni arrivino le annunciate «schede» su posti letto, primari e reparti ospedalieri.
«Usl 16 e Azienda si… rimodellano? Ê bene avere idee chiare, progetti precisi e obiettivi definiti su come e dove si sposta l’organizzazione strutturale» insiste Sinigaglia, «Dunque, va presentato un documento ufficiale. E occorre sottoporlo al vaglio della condivisione: Conferenza dei sindaci, sindacati, medici, associazioni, eccetera. Chi ha la responsabilità di simili scelte non può certo sottrarsi al confronto preliminare. E deve dimostrarsi più che convincente nella sostanza delle proposte».
Messaggio forte e chiaro, Claudio Sinigaglia in visita agli anziani di via Beato Pellegrino che verrà rilanciato da palazzo Moroni quanto prima. Non c’è modo di liquidare il «divorzio» nella sanità padovana con un po’ di paternalismo o, peggio, con provvedimenti calati dall’alto. Tanto più se si sta concretizzando il lavoro sul nuovo ospedale e si riapre il confronto con l’Università.
Per Sinigaglia, la lente d’ingrandimento vale per l’Usl 16 come per l’Azienda ospedaliera: «I vertici di via Scrovegni sono chiamati a misurarsi con i Comuni di un bacino d’utenza che già supera i 500 mila abitanti. Ma ogni proposta operativa va verificata alla luce delle conseguenze che comporta inevitabilmente sul fronte dell’altra Azienda in via Giustiniani».
Preoccupa anche il ridisegno dei Distretti territoriali, cui vanno abbinate le unità operative. Non è una questione di numeri, parametri, confini e sedi. Perché prima di tutto dovrebbero essere garantiti i livelli di assistenza e gli indispensabili servizi sociali alle fasce più fragili e a rischio. Sinigaglia, da questo punto di vista, è già…in trincea.
Il Mattino di Padova – 11 giugno 2013