«Da un anno e mezzo io non bevo più l’acqua dell’acquedotto: nel dubbio, preferisco preservare la mia salute». È una posizione forte quella di Claudio Pasqualin, sindaco di Castelbaldo, tra gli amministratori più attenti ed agguerriti sul fronte dell’inquinamento dei corsi d’acqua.
Pasqualin da anni ormai va denunciando la situazione di degrado ambientale del Fratta-Gorzone, prendendo sul serio sin da subito la questione dei Pfas, le sostanze chimiche rilevate nel fiume e nei collettori del Basso Veneto per le quali Regione e Istituto superiore di Sanità hanno avviato una complessa campagna di biomonitoraggio nel territorio.
«Ritengo che Cvs e Usl non stiano prendendo seriamente la problematica, o perlomeno non stiano dando a noi amministratori la reale entità della questione» denuncia Pasqualin «Ormai sono troppi gli elementi che denunciano una situazione al limite per il Fratta-Gorzone: penso agli indici di Pfas rilevati nei mesi scorsi, ma anche agli aerosol di veleno che è costretto a subire durante l’estate chi frequenta le aree arginali del fiume, e ancora alle allerte che arrivano puntualmente sulla presenza di salmonella, passando per le immagini di inquinamento che quotidianamente vengono diffuse da chi vive nell’area delle concerie». Pasqualin calca la mano: «Purtroppo non esiste una casistica, ma da sindaco posso ben dire che ho visto persone morire di tumore, e guarda caso abitavano lungo il Fratta. Forse le autorità si muoveranno quando cominceranno le prime denunce legali e le prime richieste di risarcimento?».
Il sindaco di Castelbaldo ribadisce inoltre la propria ferma contrarietà al progetto di collegamento tra le acque dell’Adige e quelle del Fratta-Gorzone, sponsorizzato anche dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo e ritenuto l’unica vera soluzione agli allagamenti del territorio quando arriva una piena del Fratta: «Vogliamo avvelenare tutti coloro che attingono acqua potabile dall’Adige, immettendo in questo fiume l’acqua di uno dei fiumi più inquinati d’Italia? Ho già scritto al ministro dell’Ambiente per chiedere una presa di posizione del Governo e, assieme ai comuni polesani di Badia Polesine, Lendinara e Lusia ho promosso una delibera di consiglio comunale che si oppone a questo progetto».
Il Mattino di Padova – 28 febbraio 2015