Una task-force per la dismissione dei «carrozzoni». Ad un paio di mesi dal proprio insediamento come direttore generale della Regione, ecco il primo vero campo d’intervento per Ilaria Bramezza: le società partecipate dall’ente. Ma se per quelle «cattive» si profila il disimpegno, che sarà studiato da una squadra di tecnici (di area giuridica ed economica) che è appena stata istituita, per quelle «buone» arrivano i risultati positivi della cura avviata da Tiziano Baggio e proseguita da Luca Felletti, suoi predecessori al vertice del Palazzo: su 14 partecipazioni dirette, 10 sono in utile.
A dirlo è l’analisi sulle performance. «Lo stato di salute delle società al 31 dicembre 2015 è buono e in forte miglioramento — sottolineano dalla Segreteria generale alla programmazione — nonostante la negativa congiuntura degli ultimi anni. Ad oggi, i valori registrati si attestano ai livelli ante-crisi del 2008». Secondo il Balbi, questo traguardo è stato raggiunto grazie a tre azioni: «L’efficacia dei piani di razionalizzazione che hanno portato alle dismissioni delle partecipazioni non performanti, l’efficacia delle politiche di contenimento dei costi, la corretta intuizione di concentrare la partecipazione della Regione nelle società considerate strategiche e in grado di creare valore per il sistema economico e per il territorio».
Per quanto riguarda le dismissioni, la strada è notoriamente lunga. Sul fronte delle partecipazioni dirette, le pratiche sono state aperte per College Valmarana Morosini e Rocca di Monselice ed è stata imboccata la strada della liquidazione per Rovigo Expo, Canalgrande e Veneto Nanotech. Sul piano invece delle partecipazioni indirette, 22 vanno dismesse, per 13 dev’essere conclusa la liquidazione e per 7 sarà chiusa la procedura fallimentare, mentre le restanti 24 verranno mantenute.
Più chiaro è invece il quadro delle società su cui la Regione intende continuare a puntare. I crediti commerciali e verso terzi sfiorano i 560 milioni, a fronte dei 175 milioni di indebitamento finanziario netto , il che secondo l’amministrazione regionale dimostra «l’ottima capacità della gestione operativa di generare flussi mirati alla copertura del debito finanziario delle stesse società». Restando all’indebitamento, nel giro di un anno questo indice è calato di 54 milioni «ed è presente soltanto nelle società che realizzano investimenti infrastrutturali». Il fatturato complessivo sale di 5,6 milioni rispetto al 2014, attestandosi a circa 489 milioni, con prestazioni particolarmente significative per le società concessionarie autostradali Autovie Venete (+9,7 milioni) e Cav (+7,7) . In definitiva il risultato d’esercizio vede le società partecipate dalla Regione tutte in utile, ad eccezione di Canalgrande e College Valmarana Morosini che sono appunto entrambe in liquidazione. Stringendo la valutazione al portafoglio partecipativo regionale, che oscilla fra il 14,87% di Finest e il 100% di Veneto Innovazione e Veneto Acque, nel giro di dodici mesi i risultati economici migliorano di 10,8 milioni su complessivi 52,5. «La Regione — concludono dalla Segreteria — resterà ora impegnata per realizzare ulteriori processi di razionalizzazione e riorganizzazione delle proprie società».
Angela Pederiva – Il Sole 24 Ore – 7 agosto 2016