I coordinamenti provinciali del Pdl chiedono che non siano candidati né paracadutati né parlamentari con più di un mandato alle spalle, che sia posto un divieto al cumulo delle cariche e che i candidati siano costretti a sottoscrivere il vincolo di mandato (ossia chi abbandona il partito durante la legislatura accetta anche di lasciare il posto in parlamento)
VENEZIA — La firma del patto con la Lega Nord dà una scossa alle candidature nel Pdl, rimaste in stand by negli ultimi giorni nell’attesa che venisse definita l’alleanza e fosse un po’ più chiaro il destino dello schieramento di centrodestra alle prossime elezioni. I coordinamenti provinciali hanno iniziato a diffondere i primi nomi degli aspiranti parlamentari, figure note e meno note che dovranno fare i conti con gli uscenti (ma che potrebbero essere favorite dalla volontà di Berlusconi di «cambiare praticamente tutto»), mentre cresce l’insofferenza verso i possibili paracadutati (nel 2006 furono cinque), tanto che le truppe veneziane hanno già minacciato lo sciopero bianco, con i militanti pronti a restare sul divano nel giorno del voto nel caso in cui le liste non rispecchino le indicazioni date dal territorio. Una posizione tutt’altro che isolata.
Non è, questo dei paracadutati, l’unico paletto posto dai militanti. Si chiede anche lo stop a chi è già stato parlamentare per più di una volta (una stretta rispetto ai tre mandati decisi lunedì sera a Roma), più spazio agli amministratori, il divieto di cumulo delle cariche, l’obbligo per chi si candida di firmare il vincolo di mandato. Se a questi si aggiungono i limiti d’età stabiliti dai vertici nazionali (65 anni), il niet agli europarlamentari (da Lia Sartori a Sergio Berlato) e la volontà del Cavaliere di dare strada solo ai parlamentari in regola con i versamenti al partito (mille euro mese), certo per il coordinatore Alberto Giorgetti ed il suo vice vicario Marino Zorzato si profila all’orizzonte un’impresa titanica.
I posti in lista saranno 7-8 al Senato (il Pdl dà per scontata la vittoria ed il conseguente premio di maggioranza), 4-5 alla Camera Veneto 1 e 3-4 alla Camera Veneto 2. I capolista saranno Giancarlo Galan, Alberto Giorgetti e Renato Brunetta (quest’ultimo contestato da una parte della base che lo vorrebbe candidato in un’altra regione così da liberare uno spazio qui). A Venezia sono in pole position il coordinatore (e vice presidente della Provincia, vicino all’assessore regionale Renato Chisso) Mario Dalla Tor ed il capogruppo in Comune Michele Zuin (che è già stato a Roma per un anno, dal 2005 al 2006); stesso schema a Treviso, con il coordinatore Fabio Chies ed il capogruppo in Comune Fabio Crea (entrambi uomini dell’assessore regionale Remo Sernagiotto), mentre da Vicenza, dove la litigiosità è oramai alle stelle, sono state presentate ai vertici regionali due liste diverse, una dal coordinatore Sergio Berlato (la decisione è stata nella notte, si parla dell’ex consigliere regionale Nadia Qualarsa e della presidente dell’associazione dei cacciatori Confavi Maria Cristina Caretta «in quota rosa»), l’altra dal suo vice Pier Antonio Zanettin (si fanno notare il vice sindaco di Costabissara Giovanni Maria Forte e l’ex vice presidente della Provincia Dino Secco). Belluno schiera il sindaco di Sedico Giovanni Piccoli, il coordinatore cittadino Orazio Da Rold, il capogruppo in Comune Lorenzo Bortoluzzi e l’assessore di Limana Renata Dal Farra (cassata la candidatura dell’ex vice presidente della Provincia Michele Carbogno mentre il sindaco di Calalzo Luca De Carlo si è ritirato). Padova, che vanta il più alto numero di uscenti, proverà a spiazzare tutti con il re degli stampatori Fabio Franceschi (Grafica Veneta), spinto dall’ex ministro Maurizio Sacconi che invece rischia seriamente, un po’ per le recenti manovre di avvicinamento a Monti, un po’ per il grande numero di mandati in parlamento (ben sei). Potrebbe però essere candidato altrove. Infine Verona. Anche in terra scaligera si conta un escluso eccellente, Aldo Brancher. Si sta però spendendo anima e corpo per riuscire ad infilare in lista un suo uomo, Daniele Polato, attualmente l’unico rappresentante del Pdl in Comune, dopo la cannibalizzazione degli azzurri da parte di Tosi.
Corriere del Veneto – 9 gennaio 2013