Forte incremento delle pensioni anticipate o di anzianità liquidate nel 2015 rispetto al 2014. In base ai dati pubblicati dall’Inps, l’anno scorso sono state liquidate complessivamente 523.536 pensioni, il 9,3% in più dell’anno precedente, ma quelle di anzianità/anticipate sono cresciute del 74,3 per cento, mentre quelle di vecchiaia sono diminuite del 3,1 per cento.
Questa impennata, sottolinea l’istituto di previdenza nel monitoraggio, «dipende essenzialmente dalle nuove regole introdotte dalla legge 214/2011 (riforma Fornero, ndr) che ha di fatto inasprito a decorrere dal 2012 i requisiti contributivi richiesti per il trattamento di anzianità/anticipato. In particolare i lavoratori che nel 2011 non sono riusciti a raggiungere i requisiti vigenti, solo nel 2015 hanno maturato la maggiore anzianità prevista per il trattamento anticipato secondo la nuova normativa».
«È una cosa abbastanza naturale – ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – in una condizione nella quale sappiamo che con la legge Fornero l’età di pensionamento si è allungata e se uno ha la possibilità di andarci avendo fatto i versamenti ci va».
Il report evidenzia inoltre un notevole incremento dell’opzione donna (senza però fornire dati al riguardo), che consente di accedere alla pensione a 57/58 anni e 3 mesi di età e 35 di contributi.
Tuttavia l’incremento dei trattamenti anticipati è effetto soprattutto delle scelte effettuate dagli uomini. Tra gli iscritti al fondo lavoratori dipendenti le “anticipate” sono cresciute del 105% tra gli uomini e del 38% tra le donne. Proporzioni simili si riscontrano anche nelle gestioni dei commercianti e degli artigiani, dove nel complesso si registrano gli incrementi maggiori: +101% per gli artigiani e +80% per i commercianti. Questo fenomeno, in più di un caso, ha determinato anche una riduzione dell’età media complessiva alla decorrenza della pensione, mentre quella delle anticipate è cresciuta, seppur di poco.
In aumento gli importi. Il valore medio complessivo è passato da 839 a 1.003 euro lordi. Quelle anticipate sono salite da 1.763 a 1.880 euro, e valgono tre volte quelle di vecchiaia (628 euro in media), mentre quelle di invalidità sono di 779 euro e quelle ai superstiti di 650 euro.
I dati del monitoraggio Inps, però, evidenziano un problema di adeguatezza degli assegni calcolati tutti con il metodo contributivo erogati dalla Gestione separata, quella a cui sono iscritti parasubordinati e liberi professionisti che non hanno una cassa di previdenza obbligatoria di settore. L’importo medio dell’anno scorso è stato di 161 euro e delle oltre 33mila pensioni liquidate, meno di un migliaio ha un valore superiore ai 1.000 euro.
Matteo Prioschi – Il Sole 24 Ore – 22 gennaio 2016