Il Ministero della Salute ha diffuso una circolare ai Servizi Veterinari e a tutti gli addetti al settore per fare il punto sull’operatività futura alla luce del Regolamento 2016/27 che entrerà in vigore il 3 febbraio prossimo. L’esportazione di proteine animali trasformate derivate da ruminanti e dei prodotti contenenti tali proteine è proibita, ma non per il pet food trasformato che contiene PAT derivate da ruminanti. L’esportazione deve avvenire in stabilimenti riconosciuti per il pet food che deve essere confezionato ed etichettato ai sensi della legislazione dell’Unione Europea.
La nota ricorda che per alimento per animali da compagnia (pet food) si intende un mangime finito, completo o complementare, come definito dal Regolamento 294/2013 e non destinato ad un successivo trattamento come invece inteso da alcuni operatori.
Vene evidenziato inoltre come non sia ammessa l’esportazione di prodotti etichettati come pet food, che siano mangimi non finiti destinati a successive lavorazioni per renderli idonei alla somministrazione agli animali da compagnia.
L’esportazione di PAT derivate da non ruminanti o mangimi composti (sia per animali da reddito che da compagnia) contenenti tali proteine deve rispondere a due condizioni: le PAT derivate da non ruminanti devono originare da impianti di trasformazione dedicati esclusivamente a l trattamento di sottoprodotti di non ruminanti originati da macelli e impianti di sezionamento disciplinati dal Reg 999/2001 oppure da impianti di trasformazione autorizzati elencati nelle liste pubblicamente disponibili; i mangimi composti contenenti PAT derivate da non ruminanti devono originare da stabilimenti presenti nelle liste pubbliche e devono essere confezionati ed etichettati a norma della legislazione europea.
Anche il pet food che contiene PAT da non ruminanti può non attenervisi, a patto che sia stato lavorato in stabilimenti riconosciuti per la produzione di pet food, come da Regolamento 1069/2009, confezionato ed etichettato come da legislazione dell’Unione.
Gli Assessorati regionali sono invitati a verificare medianti sopralluoghi ispettivi, che gli stabilimenti di pet food che esportano i loro prodotti in Paesi Terzi, producano ed etichettino i loro mangimi a norma UE. E a fornire la lista degli impianti di trasformazione autorizzati, elencati nelle liste pubbliche e che intendono esportare PAT di non ruminanti verso Paesi Terzi.
22 gennaio 2016