Pensioni, la Corte costituzionale dichiara inammissibile il referendum sulla legge Fornero proposto dalla Lega
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge Fornero in materia di pensioni. Il referendum era stato proposto dalla Lega Nord. La Corte Costituzionale “avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese”, ha commentato l’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero. “Ora il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza”. “Questa Italia mi fa schifo” è il primo commento del segretario della Lega, Matteo Salvini.
Il leader della Lega non riesce a trattenere la sua rabbia. “Oggi muore la democrazia. E’ una vergogna. Vaffa….lo senta tutta l’Italia. Non finisce qui”. E dai microfoni di Radio Padania attacca ancora: “E’ una infamata nei confronti di milioni di italiani che non arrivano a fine mese. Altro che legge elettorale…”, evidenziando che è “di una volgarità incredibile passare il tempo a discutere della legge elettorale mentre la gente muore di fame”. Si dice “sconcertato” Roberto Calderoli, vice Presidente del Senato, primo firmatario del quesito e referente del comitato promotore del referendum per l’abrogazione della legge. “E’ una sentenza che assume un significato squisitamente politico e che sembra fatta apposta per salvare il governo Renzi”, dice.
Il referendum della Lega era relativa all’articolo 24 in materia di pensioni. (decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214. La sentenza sarà depositata entro i termini previsti dalla legge. L’esame, già previsto mercoledì scorso, era slittato ad oggi dopo una richiesta di rinvio della Lega che non aveva ricevuto la notifica con la data sulla convocazione della camera di consiglio.
Le reazioni. “Al di là di questa decisione il tema previdenziale va comunque messo all’ordine del giorno dal governo. La situazione non è più reggibile per le conseguenze che la ‘riforma’ Fornero ha prodotto – ha detto il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) – . In primo luogo, l’eccessivo innalzamento dell’età pensionabile, oltre i 67 anni, frena l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro”.
Sulla decisione della Consulta interviene anche Adriana Poli Bortone, dell’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale che dice: “Ormai in Italia i cittadini non contano più nulla. Già non contano quando votano alle elezioni, adesso non possono nemmeno esprimersi con un referendum su una questione vitale come quella del lavoro. La dichiarazione di inammissibilità della Consulta sul referendum sulla riforma Fornero è un fatto grave”.
Mentre il responsabile nazionale lavoro di Sel Giorgio Airaudo accusa “la riforma Fornero” di aver creato diseguaglianze e annuncia che “Sel presenterà una proposta di riforma per sanare le ingiustizie della fornero e distinguere i lavori in relazione alla pensionabilità”.
La decisione della Consulta “non fa venir meno l’improrogabile esigenza che governo e Parlamento introducano subito significative modifiche alla legge Fornero sulle pensioni – ha detto il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, sottolineando che “per la Uil prioritariamente occorre intervenire su due aspetti reintroducendo una flessibilità in uscita tra 62 e 70 anni, lasciando dunque la libertà di scelta ai lavoratori – questo consentirebbe, tra l’altro, di riattivare un positivo turn over nel mercato del lavoro – e rivalutando pienamente le pensioni in essere anche con un taglio delle tasse per i pensionati, che oggi pagano le imposte più alte d’Europa”.
20 gennaio 2015