La “correzione” degli assegni più elevati sarà in legge di Bilancio e non nel decreto fiscale. E dovrà garantire un miliardo di risparmi nei primi tre anni di applicazione. Il meccanismo individuato prevede un raffreddamento dello schema di indicizzazione degli assegni all’inflazione. Con la manovra scatterà anche “quota 100”, operativa dal mese di febbraio secondo quanto ha assicurato la Lega in serata. Anche se, con il dispositivo di quattro finestre di uscita immaginato dai tecnici dell’esecutivo, il decollo effettivo scatterebbe a marzo. È questo il compromesso maturato ieri pomeriggio dopo la moral suasion del Quirinale e la lunga giornata di vertici a palazzo Chigi, nel corso della quale si erano diffuse le voci di una stretta alle pensioni “d’oro” con il provvedimento urgente sulla pace fiscale. Voci poi smentite dal Carroccio.
Trovata la quadratura del cerchio sugli assegni più elevati, quelli che il progetto di legge D’Uva-Molinari indica oltre i 4.500 euro netti al mese, la maggioranza ha quasi completato il set di regole per “quota 100”. Secondo una delle ultime opzioni, per arrivare ai 38 anni necessari si potrà utilizzare anche il cumulo gratuito dei versamenti effettuati in gestioni diverse utilizzando lo strumento varato lo scorso anno e adottato da circa 17mila pensionandi nei primi cinque mesi di quest’anno. Riguardo alle finestre, invece, ieri fonti Inps hanno fatto sapere che l’istituto non ha avanzato alcuna richiesta del genere, pur confermando le difficoltà operative. Una situazione oggettiva, dati gli organici ridotti con cui lavora l’Ente. Restano in campo, invece, la proroga di “opzione donna” fino al 2021 e dell’Ape sociale.
Su “quota 100” lo schema non cambia: i due requisiti minimi restano i 62 anni di età e i 38 di contributi effettuati. Non è stato ancora confermata la possibilità di scontare uno o due anni di contribuzione figurativa, mentre si rimanderà a norme secondarie l’attuazione dei fondi di solidarietà con cui le imprese potranno, volontariamente, finanziare le contribuzioni mancanti per le uscite di lavoratori senior. Resta in campo l’ipotesi, poi, di un parziale divieto di cumulo tra reddito da lavoro e pensione ma solo per i primi due anni dopo il ritiro.
Le nuove anzianità potrebbero essere anticipate da una “pace contributiva” a maglie larghe (come già scritto dal Sole24Ore), vale a dire la possibilità di rimborsare in cinque anni senza interessi e more i mancati versamenti negli anni dopo il 1996. Secondo fonti vicine al dossier la massa di mancati pagamenti aggredibile è di alcune decine di miliardi. Questo “condono” potrebbe arrivare con il decreto fiscale, al più tardi con un emendamento da inserire in Parlamento.
Tornando all’annunciato “taglio dei privilegi”, ovvero la correzione degli assegni sopra a un certa quota, vale ricordare che la stima di un miliardo in tre anni resta molto superiore ai 150 milioni annui indicati nell’audizione di venerdì dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, pur con qualche modifica rispetto al testo parlamentare (il taglio per circa 30mila pensionati arriverebbe in questo caso a punte massime del 23%, mentre in media sarebbe dell’8%). Per raggiungere l’obiettivo si dovrà dunque lavorare sulle soglie minime e, come detto, puntare su un meccanismo diverso e ritenuto dal governo più equo: un parziale congelamento dell’indicizzazione, che secondo le norme attuali dal primo gennaio 2019 dovrebbe tornare piena superando gli attuali blocchi al 50% sulla quota di pensione compresa tra 5 e 6 volte il trattamento minimo Inps e al 45% sulla quota superiore a 6 volte il minimo. Ieri, infine, sono state circolate voci di preoccupazione del Colle sulla sostenibilità dei costi legati al Tfr da pagare ai dipendenti pubblici che coglieranno “quota 100” .
IL SOLE 24 ORE
IL COMUNICATO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
LEGGE DI BILANCIO 2019
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019 – 2021 (disegno di legge)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e al bilancio pluriennale per il triennio 2019 – 2021.
Di seguito le principali innovazioni introdotte dal provvedimento.
- Reddito di cittadinanza – Si introdurrà una misura universalistica di sostegno al reddito, con la previsione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia.
- Pensione di cittadinanza – Le pensioni minime saranno aumentate fino a 780 euro, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è.
- Flat tax per partite Iva e piccole imprese – Si estendono le soglie minime del regime forfettario fino a 65 mila euro, prevedendo un’aliquota piatta al 15 per cento.
- Ires al 15 per cento – Si taglia dal 24 per cento al 15 per cento l’Ires sugli utili reinvestiti per ricerca e sviluppo, macchinari e per garantire assunzioni stabili, incentivando gli investimenti e l’occupazione stabile.
- Flat tax al 21 per cento sui nuovi contratti di affitto, anche commerciali – Si prevede una cedolare fissa al 21 per cento anche sui nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali, come i capannoni.
- Superamento della legge Fornero – Si abrogano i limiti di età per i pensionamenti previsti dalla legge Fornero, introducendo la “quota 100”: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il necessario ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione e nel privato. Per le donne si proroga “Opzione Donna”, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione.
- Ires verde – Si introducono incentivi fiscali per le imprese che riducono l’inquinamento, usando tecniche di produzione con minori emissioni.
- Risarcimento per le vittime delle crisi bancarie – Si stanzia un fondo da 1,5 miliardi per risarcire tutte le vittime delle crisi bancarie. Il fondo è così ampliato di 14 volte rispetto a prima.
- Rilancio degli investimenti pubblici – Si stanziano 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento.
- Piano di assunzioni straordinario – Si stanziano 500 milioni per un grande piano di assunzioni per poliziotti, magistrati e personale amministrativo, in modo da assicurare ai cittadini maggiore sicurezza, processi civili e penali più rapidi e una Pubblica Amministrazione più efficiente.
- Task force per la qualità della spesa pubblica – Si crea una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica. Il team analizzerà nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l’altro, su auto blu, voli di Stato e scorte.
- Editoria, stop al finanziamento pubblico – Si prevede l’azzeramento graduale del fondo pubblico per l’editoria.
- Pensioni d’oro – Si interviene sulle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro mensili, in modo da rimodulare i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati.
- Riduzione delle spese militari – Si prevede una riduzione delle spese militari pari ai fondi necessari per la riforma dei Centri per l’impiego.
- Liste d’attesa sanitarie – Si interviene per ridurre drasticamente le liste d’attesa con lo stanziamento, tra l’altro, di un fondo da 50 milioni per le regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d’attesa. Inoltre, con l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa.
- Più soldi per scuola e istituti tecnici e professionali – Si stanziano i fondi necessari a una profonda riforma della formazione tecnica e professionale, in modo da tornare a formare professionisti e tecnici sempre più richiesti nel settore dell’industria e della moda.
- Sgravi per chi assume manager innovativi – Si investe sull’innovazione tecnologica, con incentivi fiscali importanti per tutte le imprese che assumeranno un manager dell’innovazione altamente qualificato.
- Italia.it – Più fondi per rilanciare Italia.it e trasformarlo in sito per la promozione del made in Italy.
- Potenziamento del fondo per il microcredito alle imprese – Si raddoppia il fondo per le micro e piccole imprese.
- Taglio agli sprechi – Si recuperano fino a 2 miliardi di euro grazie alla riorganizzazione della spesa, prevedendo l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di acquistare beni e servizi tramite Consip.
- Fondi per la salute – Si stanziano 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle regioni per le spese farmaceutiche.
- Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi.
- Gestioni commissariali della Sanità – Si reintroduce l’incompatibilità tra la carica di commissario alla Sanità e ogni incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento.
- Si prevede l’incremento del Fondo per il servizio civile.