Grazia Longo. Il problema della maxi discarica industriale della Montedison – a Bussi, in Val Pescara – è una bomba ad orologeria. Un milione e 863 mila tonnellate di terreno altamente contaminato, elevato rischio cancro e una concentrazione di mercurio nei pesci e nei capelli dei pescatori da far paura.
Ma l’aspetto più inquietante è che il timer di questa bomba è stato attivato parecchi anni fa ma, a parte gli ambientalisti, il Forum delle Acque e il Wwf, nessuno ci ha fatto caso. Un esempio? Il sit in del Forum, ieri davanti all’assessorato regionale abruzzese alla Sanità, ha invocato l’avvio di screening sanitari sui lavoratori e sulla popolazione almeno nelle aree in cui si è osservato un eccesso di tumori è la fotocopia di quello del 2008. «Ma nessuno volle darci retta – ricorda uno degli attivisti più impegnati, Augusto De Sanctis – e quindi ci ritroviamo ad avanzare le stesse richieste per le medesime emergenze. È ora di smettere di tergiversare». Se poi diamo un’occhiata alla relazione dell’Istituto superiore della sanità scopriamo che già uno studio del 1981 evidenziò valori «medio alti» di mercurio nei prodotti alimentari vegetali. Con concentrazioni di mercurio pari a 0,641 mg/kg in erba di frumento, 0,135 mg/kg in cariossidi di grano, 0,550 mg/kg in campioni di vite e 5,2 mg/kg in foglie di olivo. Valori «44-150 volte superiori alle concentrazione tipicamente riscontrate nell’alimento in Europa».
E non finisce qui. La relazione, depositata al processo in Corte d’Assise a Chieti (dove oggi è prevista la prima parte della requisitoria dei pm Giuseppe Belelli e Anna Rita Mantini) contiene anche uno studio del 1972 dove i valori di mercurio sui pesci catturati alla foce del fiume Pescara e nel mare antistante, risultarono 4,5 volte superiore ai livelli di legge.
Mentre i dati sui capelli evidenziarono valori 14 volte superiori ai livelli normali degli adulti, nei consumatori giornalieri di pesce e circa 5 volte superiore nei consumatori occasionali nella città di Pescara. «Possibile – si domanda ancora De Sanctis – che dopo tanti anni siamo ancora qui a chiedere una ricerca epidemiologica e una bonifica seria?».
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti assicura: «Interverremo prontamente e con fermezza laddove occorra per riportare alla normalità le attuali condizioni di degrado ambientale e sanitario conseguente». E aggiunge: «Il ministero, che si è costituito parte civile nel processo penale per il risarcimento del danno ambientale, ha stanziato 3 milioni di euro, già trasferiti alla Regione Abruzzo». Il guaio è che per la bonifica sono necessari 600 milioni di euro, ma il rito abbreviato ottenuto dagli avvocati dell’ex Polo chimico Montecatini Edison esclude la sua responsabilità civile. In altre parole, per rivalersi contro l’industria occorre una causa civile.
Laconico Tommaso Navarra, avvocato di parte di Legambiente: «Ci toccherà aspettare almeno 20 anni».
La Stampa – 4 aprile 2014