Scoperta la banda di pescatori di frodo che da mesi pescava carpe e pesci siluro nel Po in maniera illegale con gli elettro-storditori per poi rivenderli in Romania. Dalle prime ore di ieri i carabinieri Forestali rodigini hanno dato esecuzione a un provvedimento della Procura di Rovigo perquisendo le abitazioni di 13 stranieri, 12 romeni ed un ungherese, dediti alla pesca illecita nel Po nei Comuni di Taglio di Po, Corbola, Papozze, Occhiobello e ad Argenta (Ferrara).
Secondo gli inquirenti uno dei 12 romeni è il capo dell’organizzazione alla quale viene contestata non solo la pesca illegale, ma anche reati contro la sicurezza alimentare e l’igiene pubblica. Nel corso di una delle perquisizioni scoperti documenti e parti del motore col numero di telaio di un’Audi che era stata ripescata nelle acque del Po nei pressi di Villanova Marchesana.
I carabinieri forestali hanno appurato che la gang pescava con cadenza quasi quotidiana in orari notturni e in luoghi isolati lungo il Po. Il pescato poi veniva conservato in celle frigo improvvisate o in grandi casse contenenti ghiaccio nelle case degli indagati che fungevano da centro di stoccaggio provvisorio. Poi il pesce veniva trasportato due volte alla settimana in Romania (e più di rado in Ungheria) dentro autocarri che, con cadenza regolare, arrivavano dall’estero vuoti per poi ripartire a pieno carico. I trasporti avvenivano in sfregio alle più basilari norme di sicurezza alimentare, di conservazione e tracciabilità.
A carico dei 13 indagati potrebbero aggiungersi altre prove. Attraverso una convezione tra i carabinieri della Sezione operativa antibracconaggio e reati a danno degli animali (Soarda) e l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’Università di Padova, le forze dell’ordine sono ora in grado di stabilire scientificamente se un pesce è stato stordito con la corrente elettrica perché il prodotto ittico viene sottoposto a esami necroscopici e istologici.
L’operazione di ieri compiuta anche con l’ausilio dei carabinieri di Ferrara, Ravenna, Milano, Lodi e Padova, del Nucleo investigativo di Rovigo, della stazione di Castagnaro (Verona), del Soarda ed agenti della polizia locale di Polesella.
Corriere del Veneto