Una proposta di legge regionale per affrontare in modo organico il caso Pfas. O, almeno, per affrontare alcune delle questioni immediate aperte dalla presenza di sostanze perfluoro-alchiliche nella rete idrica di una fetta di territorio veneto e vicentino. Dopo giorni in cui a tenere banco sono state le frizioni tra Regione e Ministero dell’Ambiente, a muovere un passo concreto è il consiglio regionale: il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, d’intesa con i vertici amministrativi e sanitari regionali, ha elaborato una proposta di legge che ha già raccolto firme trasversali di 43 consiglieri, compresi tutti i vicentini. «Sul caso Pfas bisogna intervenire al più presto – afferma Ciambetti -. Certo, le prime analisi sul rapporti tra Pfas e malattie sembrano abbastanza confortanti, ma fino a quando non si è sicuri non si deve abbassare la guardia. Sono convinto che la Regione, per quanto di sua competenza, può attivare una serie di interventi e varare un piano di aiuto concreto».
Un progetto di legge che, in prima battuta, metterebbe in campo 2,3 milioni di euro. Il primo passo, secondo Ciambetti, è il «sostegno delle iniziative per la tutela della salute attraverso apposito screening clínico e l’esenzione a favore della popolazione coinvolta dal pagamento del ticket relativo agli esami clinici». Il progetto di legge mira, in secondo luogo, a «sostenere economicamente l’assistenza e tutela legale a favore delle persone interessate dal fenomeno» oltre ad erogare «contributi per il campionamento, l’analisi e il trattamento dell’acqua prelevata dai pozzi privati» e per «l’installazione di filtri».
Altri «contributi sono previsti per la stipula di convenzioni tra i Comuni inquinati e Arpav per la fornitura di servizi di analisi prevedendo una tariffa ridotta del 70 per cento rispetto a quella regionale». E i soldi? Inizialmente, per l’anno in corso, il presidente del Consiglio ipotizza uno stanziamento minimo di 2 milioni e 300 mila euro: «Un milione per le iniziative di tutela della salute in senso stretto, 300 mila per le iniziative di tutela legale, un altro milione per iniziative di campionamento, analisi e trattamento dell’acqua prelevata dai pozzi ad uso privato».
GLI ACQUEDOTTI. La proposta di legge contempla anche ed è una questione cruciale la realizzazione di un «piano straordinario di interventi per la sostituzione degli acquiferi interessati da contaminazione di sostanze perfluoro-alchiliche», ma qui il problema è di tipo finanziario. Con quali risorse? Per investimenti di questo tipo servono decine e decine di milioni. Per questi interventi, sostiene Ciambetti, occorrerà far «ricorso a finanziamenti attraverso mutui o prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento. In altre parole esulano dai 2,3 milioni che vanno a coprire, per così dire, spese vive e immediate». ·(Marco Scorzato – Il Giornale di Vicenza – 31 luglio 2016)
Il Comunicato del Consiglio regionale
“Sul caso Pfas bisogna intervenire al più presto. Certo, le prime analisi sul rapporti tra Pfas e malattie sembrano abbastanza confortanti, ma fino a quando non si è sicuri non si deve abbassare la guardia. Niente allarmismi, ma giusta preoccupazione: la materia è tutta da approfondire e studiare. Non possiamo escludere nulla per cui, in questa fase, con scienza e coscienza, bisogna dire che il fenomeno Pfas ha bisogno di un deciso intervento legislativo specifico” Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, non ha dubbi: sul caso Pfas servono norme ad hoc. Così ha elaborato e presentato un Progetto di legge regionale, sottoscritto dai consiglieri leghisti e della Lista Zaia ed è chiara la valenza dell’atto se proprio il Presidente dell’assemblea legislativa è il primo firmatario della proposta. “Sono convinto che la Regione, per quanto di sua competenza, può attivare una serie di interventi e varare un piano di aiuto concreto” spiega Ciambetti.
Ad iniziare dal sostegno delle iniziative per la tutela della salute attraverso apposito screening clinico e l’esenzione a favore della popolazione coinvolta dal pagamento del ticket relativo agli esami clinici. In secondo luogo, la proposta di legge prevede di sostenere economicamente l’assistenza e tutela legale a favore delle persone interessate dal fenomeno nonché prevedere contributi per il campionamento, l’analisi e il trattamento dell’acqua prelevata dai pozzi ad uso privato”. Nel dettagli questi ultimi contributi secondo Ciambetti potrebbero andare per “la dotazione di strumenti per il prelievo e per le analisi finalizzate alla rilevazione della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche come per la installazione di apparecchiature di assorbimento e/o filtrazione dell’acqua fino all’allacciamento alla rete acquedottistica nel caso in cui nei pozzi privati si rilevassero concentrazioni di sostanze perfluoroalchiliche superiori ai valori di performance obiettivo”.
Il presidente del Consiglio regionale continua “Ulteriori contributi sono previsti per la stipula di convenzioni tra i Comuni inquinati e l’ARPAV per la fornitura di servizi di analisi prevedendo una tariffa ridotta del 70 per cento rispetto a quella regionale”. Come ultimo campo di intervento Ciambetti propone “un piano straordinario di interventi per la sostituzione degli acquiferi interessati da contaminazione di sostanze perfluoro-alchiliche”. Per quanto concerne i costi per l’anno in corso, il Presidente del Consiglio ipotizza uno stanziamento minimo di 2 milioni e 300 mila €: “Un milione di Euro, innanzitutto, per le iniziative di tutela della salute in senso stretto. Quindi 300.000 € per le iniziative di tutela legale – spiega Ciambetti – un milione di € per iniziative di campionamento, analisi e trattamento dell’acqua prelevata dai pozzi ad uso privato. Per quanto riguarda invece le risorse necessarie alla realizzazione del piano straordinario di interventi per la sostituzione degli acquiferi interessati da contaminazione di sostanze perfluoro-alchiliche, queste troveranno copertura finanziaria con il ricorso a finanziamenti attraverso mutui o prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente. In altre parole esulano dai 2 milioni e 300 mila € che vanno a coprire, per così dire, spese vive e immediate. La norma – conclude Ciambetti – prevede infine che per gli anni a venire gli stanziamenti verranno fissati dalla legge di stabilità regionale, il Bilancio e ciò permetterà di adeguare finanziamenti, contributi e coperture di spesa a seconda degli scenari che andranno prospettandosi”
30-31 luglio 2016