E’ stata pubblicata sul Bur numero 52 del 20 maggio anche la delibera della Giunta regionale n. 618 che dispone i primi indirizzi operativi per l’utilizzo dei pozzi privati ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle acque destinate al consumo umano. Come si ricorderà con la Dgr n. 168 del 20 febbraio scorso erano state definite le attività necessarie a fronteggiare la problematica della presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque potabili erogate dalle reti acquedottistiche, a seguito della nota del Ministero della Salute del 29 gennaio 2014 e del documento tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità del 16 gennaio 2014. Tuttavia, l’utilizzo delle acque ad uso potabile, nonché gli altri usi collegati alla residenza, oltre che dalle reti di distribuzione delle acque destinate al consumo umano (acquedotti), avviene con prelievi d’acqua effettuati mediante pozzi domestici privati.
Questo nelle ipotesi di aree non servite da acquedotti o quando il soggetto gestore del servizio idrico dichiari di non poter soddisfare adeguatamente il fabbisogno richiesto oppure dichiari l’impossibilità di eseguire l’allacciamento alla rete.
Pertanto, in via precauzionale, per garantire e tutelare la salute della popolazione nell’utilizzo delle acque sotterranee prelevate con pozzi privati ad uso potabile, la Regione Veneto ha ritenuto necessario procedere con l’approvazione di ulteriori indicazioni di prevenzione relative alle sostanze Pfas ed in generale al controllo igienico sanitario delle acque. Tali indirizzi (contenuti nell’allegato A al provvedimento) verranno inviati ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque, i quali Comuni dovranno emettere un’ordinanza sindacale al rìiguardo. Alla trasmissione del provvedimento ai Comuni provvederanno le Ulss nel cui ambito territoriale sono situati e che sono state sino ad ora individuate (Aziende Ulss 5 di Arzignano, 6 di Vicenza, 17 Este, 20 di Verona e 21 di Legnago). Considerata l’esigenza di celerità determinata dalla necessità di intervenire efficacemente in via precauzionale, le attività di mappatura e di monitoraggio dei dati nonché le ordinanze comunali devono essere completate entro tre mesi dalla pubblicazione della deliberazione 618.
L’ordinanza comunale sarà rivolta a tutti i cittadini utilizzatori di pozzi privati per uso idropotabile personale o per produrre alimenti, e disporrà di provvedere ad effettuare e produrre le analisi delle acque prelevate dai pozzi (indipendentemente dagli altri adempimenti necessari comunque previsti da norme statali e regionali in materia di utilizzo dei pozzi, denuncia, comunicazione, concessione). La medesima ordinanza vale per tutte le imprese agricole o agro-industriali che producono alimenti utilizzando direttamente acqua di pozzo.
L’ordinanza deve contenere: i parametri da ricercare; i criteri di campionamento da rispettare e la metodologia da utilizzare per le analisi; le scadenze entro le quali vanno prodotte le analisi, che vanno comunque acquisite con la massima tempestività.
Nell’ordinanza dovrà essere precisato che i risultati delle analisi devono essere trasmessi all’Ulss competente perché verifichi l’eventuale avvenuto superamento o meno dei valori tollerabili limite fissati dall’EFSA e che l’Ulss provvede, poi, alla comunicazione dei risultati delle analisi al Comune e, per conoscenza, su supporto informatico alla Regione.
L’ordinanza dovrà comunque precisare che: qualora non vi sia il superamento dei valori, il Comune darà immediato avviso della potabilità dell’acqua, dando indicazione di ripetere le analisi ogni 6 mesi; qualora vi sia il superamento dei valori, il Comune darà immediata comunicazione della non potabilità dell’acqua e adotterà una ordinanza da notificare al privato con l’avviso che: l’acqua del pozzo non potrà essere utilizzata per usi potabili potrà, invece, essere utilizzata per l’igiene personale e per ogni altro uso non potabile e che verrà istituito un servizio di fornitura di acqua potabile di emergenza tramite fontanelle pubbliche/autobotti che avrà una durata provvisoria.
Leggi anche la relazione Arpav aggiornata in questi giorni – Stato dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche in provincia di Vicenza Padova eVerona
A cura dell’Ufficio stampa del Sivemp Veneto – 22 maggio 2014