La bocciatura di alcune parti del piano di rientro dell’Abruzzo, in quanto il Commissario ad acta (ovvero il presidente della Giunta Chiodi) avrebbe modificato senza una nuova legge regionale il precedente piano del 2007, rischia di avere ripercussioni in tutte le Regioni commissariate.
Martedì prossimo vertice al ministero dell’Economia di tutti i commissari e dei commissari e sub commissari impegnati nelle Regioni sotto piano di rientro per scongiurare il rischio di ricorsi a catena.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per l’Abruzzo ma che potrebbe avere ripercussioni anche in altre regioni sottoposte commissariamento e oggetto di Piani di rientro, qualora si presentassero ricorsi similari in altre realtà regionali. Il tutto nasce dalla decisione del Tar dell’Aquila di accogliere il ricorso n. 533/2010 presentato dal Comune di Guardiagrele. La sentenza dà ragione al Comune che aveva giudicato illegittime le deliberazioni in merito al Programma operativo 2010e alla riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese varate dal Commissario Gianni Chiodi che di fatto erano contrarie alle previsioni del precedente Piano di rientro 2007 e del successivo Piano sanitario regionale 2008. In sintesi, il nuovo commissario ha attuato di imperio delle delibere che mutano le indicazioni riguardanti la ristrutturazione del presidio ospedaliero di Guardiagrele contenute nelle leggi regionali del Piano sanitario 2008 senza essere passato per un nuovo pronunciamento del Consiglio regionale e dando luogo quindi ad un nuovo provvedimento legislativo che superasse le precedenti disposizioni. La sentenza del Tar sul punto è chiara ed evidenzia come in relazione all’art. 120 della Costituzione e alla recente sentenza della corte costituzionale 361/2010, l’impossibilità per l’organo commissariale di adottare atti in difformità a previsioni legislative regionali previggenti, ovvero di disporre la sospensione di disposizioni in esse contenute. Ed è questa la ragione che potrebbe mettere a repentaglio in contesti ove il commissario avesse fatto lo stesso, tutta l’architettura del commissariamento.
Ma non siamo di fronte solo ad una questione in ‘punta di diritto’, infatti, motivando la sua sentenza il Tar abruzzese sottolinea che con quelle modifiche il commissario Chiodi è venuto meno all’impegno preso nel precedente Piano di rientro e confermato nel Psr di “subordinare la riconversione della rete ospedaliera ad una gradualità dettata dai tempi di implementazione dei processi di ristrutturazione della rete della residenzialità e dell’assistenza domiciliare, con un cronoprogramma di fondo mirato in modo prioritario ad acquisire effettività alle novità organizzatorie deliberate, e solo dopo a dismettere i sopprimendi servizi”. E ancora che “le difformità alle quali è andato incontro il piano operativo 2010 riguardano per l’appunto (non già l’an bensì) il quid ed il quomodo della riorganizzazione stessa, ben diversa da quella a suo tempo concordata fra lo Stato e la Regione Abruzzo nell’accordo poi recepito con la delibera di giunta del 13.3.07”. “In buona sostanza – prosegue il Tar – il piano di rientro del 2007 aveva la finalità di mantenere e migliorare i servizi sanitari preesistenti in zona, pur a fronte di una attenta correzione delle diseconomie strutturali di natura endemica (ivi compresa una riduzione di posti letto per acuti)”.
Il pericolo di una messa in discussione generale delle prerogative del commissario è stato subito fiutato dallo stesso Chiodi che ha immediatamente sollecitato un incontro con il Governo. E così il Tavolo adempimenti e del Comitato Lea è stato subito convocato da Francesco Massicci del Dipartimento Ragioneria del ministero dell’Economia per martedì 24 maggio presso la sede del Dicastero ed è stato allargato a tutti i commissari e sub commissari delle Regioni sottoposte a Piano di rientro.Ed è lo stesso Chiodi a far capire come questa sentenza rischi di scompigliare tutto: “Sembra pregiudicato il potere commissariale di adottare provvedimenti di riordino del complessivo sistema sanitario regionale. Quella del Commissario è una figura che si sta rivelando quanto mai complessa – spiega il governatore abruzzese – sospesa tra la necessità di adottare provvedimenti atti a risanare il sistema sanitario ed i bilanci regionali e quella di tener conto dei dettami della recente giurisprudenza. Non sempre, anzi quasi mai, è possibile conciliare i due aspetti. Per questo – conclude – ho chiesto al Governo un confronto anche con gli altri Commissari e subcommissari d’Italia, tutti alle prese con dubbi interpretativi che compromettono la normale e più equa gestione della Sanità in Regioni già evidentemente in difficoltà”.
Quotidianosanita.it – 20 maggio 2011