«Dopo la bufera sulla consulente legale della Regione, chiedo al presidente Zaia di bloccare immediatamente l’iter di tutti i project financing nella sanità veneta, a qualunque stadio del progetto siano arrivati». Così il capogruppo regionale di Italia dei Valori, Antonino Pipitone, che ha depositato ieri un’interrogazione. Nell’interrogazione il politico IdV ripercorre la vicenda, come apparsa sui giornali: «La consulente legale che segue la Regione Veneto nei project financing sanitari è finita agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine su concessioni ed appalti per l’Expo 2015. L’avvocato, che lavora per un importante studio legale internazionale di Milano e da cinque anni affianca la Regione Veneto in tutti i project sanitari (da Treviso a Verona a Padova) è stata accusata di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, truffa ai danni di enti pubblici e falso in atti pubblici, ma ha respinto le accuse.
Il segretario alla Sanità Mantoan rassicura e dice che l’inchiesta di Milano non ha alcuna attinenza con i nostri project. Ma proprio la gara con cui lo studio milanese si aggiudicò la consulenza legale per il project del nuovo ospedale di Padova, in epoca Galan, finì nel mirino dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici per violazione dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento e non discriminazione».
“Aspettando l’esito dei ricorsi al Tar – dichiara l’esponente di IdV – si decide di non decidere. Il contrattone con lo studio milanese scade quest’anno, il nuovo ospedale di Padova è in alto mare e la consulente legale dei project veneti ai domiciliari. Secondo Zaia è tutto normale? Anche alla luce di questa vicenda – conclude Pipitone – la necessità di profondi chiarimenti sui project financing degli ospedali veneti appare ineludibile e non più rinviabile. Soprattutto per il nuovo ospedale di Padova: proseguire con il project, dopo le notizie di questi giorni, appare una scelta improvvida ed errata”.
8 maggio 2014