Non si placa la polemica, anche a suon di esposti e paventate denunce, dopo l’abbattimento di una manza di venti mesi. Prima l’Ente nazionale protezione animali ha presentato un esposto alla Procura di Pordenone, perchè sia fatta luce quanto prima sull’uccisione dell’animale di cinque quintali scappato dalla stalla di un allevatore di via Le Fratte a Fiume Veneto.
E ora, da quanto appreso, sta per arrivre una denuncia a carico dell’allevatore Antonio Comparin. La Polizia dell’Aster sostiene che Camparin era a conoscenza del fatto che la manza sarebbe stata abbattuta. Una tesi che, però, l’allevatore rigetta. Ed è proprio su queste verità che rischia di innescarsi un’altra battaglia legale.
«Ero stato informato in maniera frettolosa del possibile abbattimento dell’animale – aveva detto Comparin -, ma non ne sapevo nulla, se non quando ho sentito i colpi di fucile». Ed è proprio per questa sua dichiarazione che rischia di essere a sua volta denunciato dalla Polizia locale Aster, dopo la mucca ammazzata e la multa di 50 euro.
«Quello che ho detto lo ripeto – spiega Comparin -. Mi hanno avvisato in maniera frettolosa, io ho detto che ero d’accordo solo se avesse messo in pericolo gli altri. Ma comunque speravo si potesse salvare, magari con la somministrazione di un sedativo, l’avrei riportata in azienda e dopo tre mesi l’avrei venduta. Così ho preso poco, noi allevatori spesso lavoriamo gratis… Comunque sono loro che hanno deciso, non io».
Ma la Polizia locale dà un’altra versione: «Era stato avvisato della possibile uccisione dell’animale, non può dire il contrario. Non può dire che non era al corrente del possibile abbattimento. La manza era arrivata al confine dell’autostrada A28, e poteva diventare un pericolo».
Il Gazzettino – 24 febbraio 2014