Il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno a rischio contraffazione per gli italiani. Dal pangasio del Mekong venduto come cernia al polpo del Vietnam spacciato per nostrano, dal finto extravergine italiano alle mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall’estero.
197 euro circa buttati al vento: è questo il costo medio di una tavola imbandita, purtroppo con prodotti illegali. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel sottolineare che gli alimentari e le bevande sono l’unica voce di spesa che a Natale sostanzialmente tiene (+2,1%), secondo Deloitte, e rappresenta quindi un obiettivo importante per i falsari.
Il giro di affari della contraffazione alimentare, sottolinea Coldiretti, è stimato in 1,1 miliardi di euro solo in Italia dove i rischi aumentano proprio nei periodi di festa. Nei primi sette mesi dell’anno sono state importati dalla Cina oltre 50 milioni di chili di pomodori conservati destinati, con la rilavorazione industriale, a trasformarsi magicamente in prodotti made in Italy perché non è ancora obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della materia prima.
Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal Parlamento italiano, ma non ancora applicato”, afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini.
Una priorità, conclude Marini, “anche per chiedere più trasparenza a livello internazionale dove i prodotti alimentari italian sounding, dai pomodori San Marzano statunitensi al parmesan australiano, sviluppano un fatturato di 60 mld di euro pari al doppio del valore delle esportazioni del prodotto originale”.
ItaliaOggi – 8 dicembre 2012