Il Veneto è una delle regioni più virtuose d’Italia quanto a rapporto tra dipendenti pubblici e cittadini residenti. Con i suoi circa 225 mila dipendenti pubblici a tempo indeterminato la Regione, pur essendo in numeri assoluti la sesta area del Paese per quantità di addetti, risulta essere la penultima in rapporto alla popolazione.
Su mille abitanti infatti in Veneto i dipendenti della Pa sono solo 46. Meglio di noi solo la Lombardia che ne conta 41,5. Ma il proliferare delle scrivanie, secondo uno studio della Cgia di Mestre relativa all’anno 2012, non è appannaggio esclusivo delle regioni del Sud. Sono invece le regioni a statuto speciale del Nord quelle che hanno un rapporto tra popolazione e addetti alla Pa più alto. La classifica nazionale si apre con la piccola Valle d’Aosta dove quasi 1 cittadino su 10 (93 dipendenti pubblici su 1.000 abitanti) viene stipendiato dai tanti enti pubblici che appesantiscono le casse dello Stato. Seconda in classifica è la Provincia autonoma di Bolzano dove sono 78,7 cittadini su 1.000 lavorano a tempo indeterminato per la Pubblica amministrazione. Segue la Provincia autonoma di Trento (72,6), il Lazio (71) ed il Friuli Venezia Giulia con 69,9 dipendenti pubblici su mille residenti. Per individuare le regioni che nell’immaginario collettivo vivono alle spalle dello Stato dobbiamo cercare a mezza classifica. La Calabria è solo decima, la Sicilia undicesima mentre la Campania è addirittura diciottesima seguita dal virtuoso Piemonte, dal Veneto e dalla Lombardia, la regione che ha il rapporto più basso tra dipendenti pubblici e popolazione pur essendo in effetti, con le sue oltre 406mila unità, l’area del Paese dove sono presenti più dipendenti pubblici in assoluto. «L’unica Regione a statuto ordinario presente nelle prime sei posizioni è il Lazio – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – è chiaro però che in questo caso pesa moltissimo il fatto che la stragrande maggioranza dei dipendenti dei ministeri lavora, ovviamente, nella capitale. Rispetto ai principali Paesi dell’Ue l’Italia non presenta un elevato numero di occupati nel pubblico impiego. Il nostro vero problema è la loro cattiva distribuzione. Purtroppo, sono meno presenti dove occorrerebbero, cioè nelle Regioni dove la concentrazione della popolazione e delle imprese è maggiore».
Riccardo Sandre – Mattino di Padova – 30 aprile 2014