Regione, decine di enti commissariati. Ora tocca all’Istituto delle ville venete. Il mese scorso la giunta aveva bloccato il premio di produttività ai dipendenti
Non c’è che dire, il governatore Luca Zaia ha deciso di sfruttare fino in fondo la delega (in bianco) concessagli all’inizio di settembre dal consiglio regionale, allorquando tra le grida scandalizzate dell’opposizione («Zaia vuole commissariare mezzo Veneto» sbottò Marino Zorzato, che di Zaia è stato il vice per cinque anni) e le inesorabili mani alzate della maggioranza, fu approvata la legge che consente alla giunta di azzerare i vertici degli enti regionali, per sostituirli con commissari straordinari in carica per un anno e prorogabili per un secondo. Il tutto nell’ottica della razionalizzazione della galassia di sigle che ruota attorno a Palazzo Balbi.
L’elenco degli enti potenzialmente «decapitabili», contenuto in una lista ufficiosa distribuita all’epoca ai consiglieri, era piuttosto lunga: consorzi di bonifica, Ater, Avepa, Istituto per le ville venete, Veneto Agricoltura (peraltro già commissariata), Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, Arpav, Esu, Istituto Zooprofilattico, Veneto Lavoro e i parchi regionali (Dolomiti, Colli Euganei, Sile, Delta del Po e Lessinia). A cinque mesi dal via libera del consiglio, siamo a buon punto: Veneto Agricoltura è commissariata, gli Esu di Padova, Venezia e Verona sono commissariati, l’Arpav è commissariata, le sette Ater sono commissariate, il Parco del Delta e quello della Lessinia sono commissariati. Nel frattempo, incidentalmente, sono state commissariate anche undici Usl, ora guidate dai direttori generali nominati nei capoluoghi di riferimento in vista della riforma dell’Azienda Zero. Ieri è toccato all’Istituto regionale delle Ville Venete, l’ente che, in collaborazione con l’associazione dei proprietari, si occupa «del consolidamento, del restauro, della promozione e della miglior utilizzazione, anche mediante studi e ricerche, delle ville venete». La presidente, Giuliana Fontanella (ex consigliere regionale di Forza Italia nominata a capo dell’Irvv nel 2011 da Zorzato) lascia dunque il posto al dirigente del settore Territorio Vincenzo Fabris, che ha ottenuto il placet anche del Friuli Venezia Giulia, rappresentato nell’Irvv. La decisione, come nei casi precedentemente citati, è stata presa «nell’ambito del più generale processo in atto di riordino organico degli enti strumentali della Regione».
La giunta, peraltro, si era già dovuta occupare dell’Irvv un mese fa, in occasione dello stop ad un premio di produttività. Lo scorso 8 gennaio è stato infatti annullato il decreto con cui il direttore Carlo Canato aveva disposto la liquidazione ai dipendenti del compenso per l’incentivazione della produttività ed il miglioramento dei servizi relativo al 2014: in tutto circa novemila euro, a favore di dieci addetti. Com’è prassi, ancora il 20 novembre il provvedimento era stato trasmesso per il controllo di legittimità a Palazzo Balbi, che aveva chiesto a Villa Venier Contarini «chiarimenti ed elementi integrativi di giudizio». L’antivigilia di Natale l’Irvv aveva fornito quelle delucidazioni, ma l’ultimo giorno dell’anno la sezione Risorse Umane della Regione le aveva ritenute insufficienti, affermando che «le somme erogabili al personale dell’Istituto a titolo di compensi di produttività non possono eccedere quelle erogate ai dipendenti regionali». Zaia e assessori non hanno accettato nemmeno l’osservazione secondo cui nel 2012 il premio era stato liquidato senza contestazioni: quell’anno il fondo risorse decentrate era stato rimpinguato per l’attivazione di nuovi servizi, presupposto mancante nel 2014.
Marco Bonet e Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 24 febbraio 2016