Regione Veneto. Riforma elettorale: è già battaglia. In commissione dubbi costituzionali sul progetto Padrin di limitare a 2 i mandati
Con l’illustrazione in commissione Affari Istituzionali, presieduta da Costantino Toniolo, ha preso avvio l’esame dei sei progetti di legge di riforma elettorale, firmati da Giancarlo Conta (Ncd), Lucio Tiozzo (Pd), Leonardo Padrin e Moreno Teso (Forza Italia), Giovanni Furlanetto (Gruppo Misto) e dalla Giunta regionale. Quest’ultima intende introdurre un adeguamento di carattere tecnico per quanto riguarda l’assegnazione dei voti alla lista e al candidato presidente.
Ncd chiede, sostanzialmente, la parità dei generi e ripristino delle preferenze, limite per gli assessori regionali a due mandati consecutivi, soglia del 37% per beneficiare del premio di maggioranza al primo turno e, qualora nessuno superi tale soglia, un ballottaggio con le norme delle elezioni comunali. Il Pd si batte per la doppia preferenza di genere. Padrin vuole il limite massimo di due mandati per tutti gli eletti in Consiglio con effetto retroattivo. Ed è proprio la proposta padriniana a smuovere le acque. «Noi voteremo il limite ai due mandati, già previsto dal nostro statuto di partito», fa sapere Franco Bonfante del Pd, vicepresidente dell’assemblea «tuttavia sono emersi dubbi di carattere costituzionale circa l’effetto retroattivo della norma che computa i mandati precedenti, non quelli futuri. Però non vogliamo dare alibi a Zaia». Un secco no – dopo quello annunciato dagli assessori Coppola, Donazzan e Giorgetti – arriva da Conta: «Quella attuale è la legge elettorale più democratica in assoluto perché consente ai cittadini di scegliere partito, candidato e presidente anche in modo disgiunto. So che in aula almeni 28 consiglieri bocceranno il progetto Padrin, facile prevedere che sarà affossato». Pierangelo Pettenò (Sinistra) chiede chiarezza sul piano costituzionale – «Altrimenti questo dibattito diventa una presa in giro verso i veneti» – e con lui concorda il capogruppo della Lega Federico Caner, un po’ a disagio per le divisioni del Carroccio. E l’astuto Padrin? «Abbiamo chiesto un parere all’ufficio legale, tra quindici giorni discuteremo il testo unificato delle proposte messo a punto dai tecnici. Io sono tranquillo ma chiedo che l’aula voti il mio progetto». Frecciata di Pettenò: «Leo, se il limite dei due mandati sarà bocciato, ti ricandiderai». «Ci penserò», la replica laconica.
Il Mattino di Padova – 30 ottobre 2014