Toni critici nel parere che la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha espresso sulla riforma dei controlli ufficiali sulla filiera agroalimentare inviato alla Commissione Envi, la quale tornerà ad occuparsi della questione nella seduta di giovedì 20 febbraio. Dopo aver premesso il proprio apprezzamento per l’intenzione di garantire un quadro normativo armonizzato a livello dell’Unione nell’esecuzione dei controlli, la Commissione Agri esprime la propria preoccupazione sull’estensione ai fitosanitari e sullo scarso margine di manovra che la riforma lascia ai legislatori nazionali. Quanto al finanziamento dei controlli ufficiali, gli europarlamentari sottolineano che essi sono condotti nell’interesse pubblico, e che in quanto compito pubblico dovrebbero essere finanziati come tali: “soltanto i controlli aggiuntivi dovrebbero essere soggetti a una tassa”.
Inoltre la proposta di riforma, secondo la Commissione, non introduce elementi di chiarezza sulle competenze e non assicura la riduzione dell’onere burocratico.
Anche se “nel quadro delle disposizioni regolamentari dell’Ue – si legge nel parere – sono riconosciute almeno le competenze degli Stati membri in materia di attuazione pratica, ai legislatori nazionali non è lasciato il margine di manovra corrispondente”. La riforma va “ben oltre”, quindi, le competenze del legislatore europeo, prevedendo un numero considerevole di autorizzazioni per l’adozione di atti delegati esclusivamente da parte del legislatore europeo. Disposizioni vincolanti concernenti le procedure amministrative anche in settori diversi da quello dei controlli ufficiali. E questo, è scritto nel parere, “non appare proporzionato”.
“Per quanto riguarda il finanziamento dei controlli ufficiali – afferma la Commissione Agri – occorre assicurare che le prescrizioni relative alla fissazione delle tariffe siano chiare e univoche, poiché solo in questo modo sarà possibile ottenere un’applicazione uniforme negli Stati membri. Nella definizione delle tariffe occorre contenere al minimo l’onere burocratico relativo alla riscossione. I controlli inerenti ai servizi di interesse generale sono condotti nell’interesse pubblico e costituiscono pertanto un compito pubblico, che dovrebbe essere finanziato come tale”.
E aggiunge: “Soltanto i controlli aggiuntivi dovrebbero essere soggetti a una tassa; ciò creerebbe un incentivo a evitare controlli aggiuntivi e, quindi, costi supplementari. La fissazione delle tariffe non dovrebbe distorcere in alcun modo la concorrenza. È positivo che il principio della trasparenza nell’utilizzo delle risorse raccolte mediante suddette tariffe trovi applicazione. Tuttavia, esso non dovrebbe comportare un onere burocratico supplementare eccessivo”.
E conclude: “La proposta della Commissione non introduce strutture più chiare. L’obiettivo dovrebbe essere quello di aumentare l’efficienza e la chiarezza del sistema dei controlli ufficiali”.
Il parere della Commissione Agri
Il progetto di relazione in Commissione Envi
A cura di c.fo. – 16 febbraio 2014 – riproduzione riservata