Romano commissaria l’Agea, rimosso il presidente Fruscio
Arriva il generale Gdf Iannelli. Il commissariamento «si è reso necessario e non più rinviabile a seguito degli accertati e reiterati inadempimenti da parte degli organi di Agea che a tutt’oggi non hanno provveduto, come richiesto dallo Statuto, alla nomina del direttore generale, nonché in seguito a varie inadempienze amministrative e gestionali»
Agea commissariata. Su proposta del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Francesco Saverio Romano, il presidente del Consiglio con proprio decreto ha sciolto ieri gli organi statutari dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e nominato il commissario nella persona del generale di corpo d’armata (A) Mario Iannelli. Il commissariamento, spiega una nota, « si è reso necessario e non più rinviabile a seguito degli accertati e reiterati inadempimenti da parte degli organi di Agea che a tutt’oggi non hanno provveduto, come richiesto dallo Statuto, alla nomina del direttore generale, nonché in seguito a varie inadempienze amministrative e gestionali che hanno comportato anche ripetute segnalazioni da parte dell’Unione europea». L’Agea, ricorda la nota, è, da un lato, coordinatore degli organismi pagatori operanti sul territorio nazionale e, dall’altro, essa stessa organismo pagatore nelle regioni ove non operano propri organismi pagatori. «Il ruolo centrale di Agea, nell’ambito della politica agricola nazionale e in riferimento comunitario non può subire criticità tali da mettere in crisi l’intero sistema con la conseguenza di produrre gravi e irreparabili danni agli agricoltori italiani», conclude Romano. La decisione comporta dunque la rimozione del presidente Dario Fruscio (in quota Lega nord). Va detto, che il commissariamento dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura era nell’aria, dopo che il 17 giugno scorso ItaliaOggi aveva svelato l’intenzione del ministro Romano di azzerare tutti i vertici degli enti vigilati dal Mipaaf, per mutamento delle linee strategiche del dicastero.
Nel mirino di via XX Settembre, oltre ad Agea erano dunque finiti: Ismea, Inran-Inea-Cra, Unire (per altro già commissariato), Buonitalia, Eipli (anch’esso commissariato), Ente Risi e Isa. Di più. A quanto sembra, Romano avrebbe proposto di inserire la misura di commissariamento nel maxiemendamento al decreto legge sviluppo, presentato lunedì scorso dall’esecutivo, su cui la camera ha votato martedì la fiducia. Ma la presidenza del consiglio dei ministri si sarebbe opposta. Poi la decisione di varare il dpcm. Riguardo ad Agea, a cui compete la gestione e l’erogazione dei contributi finanziari alle imprese agricole, va ricordato che il 15 giugno scorso, nel corso di un’audizione presso la commissione agricoltura del senato, convocata nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulle funzioni espletate dagli enti vigilati Mipaaf, il presidente Fruscio aveva lanciato un allarme per la sopravvivenza stessa dell’istituto.
Secondo Fruscio: «I tagli al finanziamento pubblico hanno portato i trasferimenti verso Agea a scendere dai 215 milioni di euro del 2008 ai 121 milioni del 2011; di pari passo le spese di funzionamento di Agea sono state contratte dai 240 milioni di euro del 2008 ai 147 milioni del 2011 e, per sostenere i disavanzi, l’Agenzia ha raschiato il fondo del barile, utilizzando tutti gli avanzi di amministrazione». Quindi la rivelazione: «Gli avanzi li abbiamo finiti», disse Fruscio in Commissione, «Agea da qui a qualche mese rischia di schiantarsi». Il nodo non è da poco, perché l’agenzia rappresenta l’unico strumento accreditato a Bruxelles, presso la Commissione europea, per la distribuzione dei contributi agricoli. Per l’esattezza, ballano 6,5 miliardi di euro. Gli altri enti pagatori, istituiti in alcune regioni, fanno comunque capo all’agenzia controllata dal Mipaaf. Se Agea dovesse fermare la sua attività, si bloccherebbe automaticamente anche il flusso degli aiuti economici agli agricoltori italiani.Il commissariamento degli enti vigilati, comunque, costringerà il ministro a emanare «separati atti di indirizzo strategico», per spiegare quali siano le ragioni politiche ed economiche alla base di una scelta, che va a toccare tutte le partecipazioni del dicastero in agricoltura. L’ipotesi allo studio del Mipaaf comporta, entro 45 giorni dalla data di emanazione degli atti di indirizzo strategico, il rinnovo automatico degli organi statutari. E, soprattutto, dei consigli di amministrazione all’interno dei quali verrebbero introdotti cinque nuovi consiglieri. Secondo quanto ItaliaOggi può anticipare, gli amministratori sostituiti o revocati verrebbero anche privati della possibilità di chiedere il risarcimento del danno.
La norma allo studio degli uffici Mipaaf, infatti, disapplica l’art. 2383 comma 3 del codice civile. Che prevede il diritto al risarcimento del danno da parte degli amministratori revocati senza giusta causa. Il relativo statuto degli enti, dovrà poi conformarsi, entro lo stesso termine, alle previsioni di cui al comma 12, dell’articolo 3 della legge 244/2007 (Finanziaria 2008).La questione quote latte. Sullo sfondo resta sempre il nodo delle multe non versate dagli splafonatori di quote ad Agea. Il ministro Romano ha, temporaneamente, congelato la riscossione coatta delle multe, avviando una nuova indagine per la quantificazione del dovuto. Ora, dopo la designazione di Fausto Martinelli, ancora non ratificata dal Consiglio dei ministri, resta vacante la poltrona di commissario straordinario alle quote latte, posto scoperto ormai dal 15 maggio scorso, da quando cioè il direttore generale del Sin, Paolo Gulinelli, ha esaurito il suo mandato. Quella di Iannelli sembra, in conclusione, una nomina di garanzia, viste le tensioni (anche politiche) sul punto, che scuotono il settore. Intanto, i mandati di riscossione affidati da Agea a Equitalia non risultano formalmente arrestati.
fonte: ItaliaOggi – 24/06/2011