Nei prossimi anni potrebbero diffondersi epidemie di virus West Nile, stimolate dalle temperature piu’ calde, dai periodi piu’ lunghi di permanenza delle zanzare, e anche come conseguenza dei tagli ai fondi per il controllo della malattia, che lasceranno le autorita’ impreparate.
A lanciare l’allarme sono due nuovi studi dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani e dai Dallas County Health and Human Services, pubblicati su ‘Jama’. Dopo il massimo storico nel 2003 con quasi 10.000 casi e 264 morti, il virus ha fatto marcia indietro a poco a poco per il resto del decennio, fino all’anno scorso. Nel 2012, ci sono stati 5.674 casi e 286 morti, quasi il doppio rispetto al tasso di mortalita’ del 2003. Questa forte recrudescenza suggerisce la possibilita’ di “epidemie locali e regionali imprevedibili” in futuro. Anche quando il numero di infezioni diminuisce, infatti, il virus rimane in circolazione, con un rischio di recidive periodiche. Trasmesso per lo piu’ da zanzare che hanno punto volatili infetti, il virus ha fatto la sua prima comparsa negli Usa nel 1999. Lo studio texano, fra i motivi alla base dell’allarme, cita l’effetto combinato di un inverno mite, dell’arrivo anticipato della primavera e del grande caldo estivo, insieme alle abbondanti pioggie che ha permesso alle zanzare di circolare piu’ a lungo del solito, permettendo all’infezione di diffondersi maggiormente. “Il nostro grado di attenzione nei confronti del virus del Nilo occidentale e’ diminuito notevolmente, e cosi’ anche le risorse necessarie per impedire la nascita di nuovi focolai”, avvertono gli esperti.
adnkrons salute – 18 luglio 2013