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Salute. Il fascicolo sanitario elettronico arriva all’ultimo «passaggio». Pubblicato in «Gazzetta» il regolamento che fissa le indicazioni per tutte le Regioni

Pronti, partenza, via. Con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri del Dpcm 178/2015, prende ufficialmente il via l’utilizzo su tutto il territorio nazionale del fascicolo sanitario elettronico (Fse). Ogni cittadino italiano dalla nascita e per tutto il corso della vita avrà un fascicolo personale digitale che raccoglierà tutti i dati e le informazioni sanitarie e socio-sanitarie che costituiscono la storia clinica e di salute di tutti gli italiani. Ogni prescrizione, ogni accertamento clinico-diagnostico, visita medica e ogni eventuale ricovero, tutto, proprio tutto presto sarà tracciato e finirà nel faldone digitale personale.

Un’evoluzione importante, perché garantirà vantaggi concreti al sistema sanitario nazionale, al cittadino, ai medici e alle strutture. La tracciabilità prevista dal Dpcm potrà far ridurre sprechi e inefficienze attraverso le statistiche, l’incrocio dei dati e una maggiore trasparenza degli stessi. Il che, tradotto in pratica, significa ottenere miglioramenti in termini di programmazione, controllo e valutazione del sistema sanitario nel suo complesso, in un contesto sia italiano che europeo. E innumerevoli saranno i vantaggi per i cittadini, che nel rispetto delle regole sulla privacy potranno tenere sott’occhio per tutta la vita gli alti e i bassi della propria salute, migliorando anche il «self empowerment» del proprio benessere.

Quando il percorso sarà completato i medici, dal canto loro, potranno leggere i referti e ricostruire il percorso clinico di ogni paziente che non sarà più un perfetto sconosciuto.

Nulla potrà sfuggire, ogni acciacco, ogni pillola assunta, indipendentemente se il paziente sia nato a Cefalù o a Pordenone, mentre il dottore lo sta visitando a Genova. E anche la ricerca epidemiologica e statistica ne potranno giovare perché avrebbero dati freschi su tutta la popolazione, ovviamente nei limiti delle regole della privacy, perché ogni utilizzo potrà avvenire soltanto per le finalità indicate e potrà essere realizzato esclusivamente con il consenso dell’assistito e sempre nel rispetto del segreto professionale.

Ma ovviamente se tutto fosse così già da domani sarebbe troppo bello. In realtà il regolamento in «Gazzetta» contiene la cornice normativa, fissa le regole per tutte le Regioni, ma non è, né può esserne ancora l’avvio concreto.

Bisognerà infatti aspettare il 31 dicembre quando tutte le 21 Regioni dovranno aver elaborato con l’Agenzia digitale (Agid) un sistema unificato in grado di assicurare la piena e concreta interoperabilità su tutto il territorio nazionale, seguendo le schede tecniche che l’Agid ha pubblicato il 6 maggio scorso.

L’operazione Fse è già costata anni di lavoro. Inizialmente sembrava pura utopia mettere in grado di funzionare 21 fascicoli digitali regionali con diversi sistemi di codifica digitale. Poi sono arrivati i protocolli digitali e step-by-step si sono andati a definire nel dettaglio la struttura del messaggio, del framework e dei dataset dei servizi base di ciascun sistema.

Lucilla Vazza – Il Sole 24 Ore – 12 novembre 2015 

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