I governatori battono un colpo, Governo e Parlamento rispondono subito. Così ieri, in serata, dopo l’accordo all’unanimità tra le Regioni per il riparto 2016, le commissione Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato un emendamento al decreto milleproroghe (Dl 210, scadenza 28 febbraio) che di fatto spiana la strada all’intesa. Che vale 108,4 mld, cui si aggiungeranno altre somme, fino ad arrivare a quota 111 mld stanziati dalla manovra per il 2016, come quote vincolate destinate ad obiettivi di piano. Il tassello, quello aggiunto in Parlamento, che completa appunto l’operatività della bozza di riparto, come aveva evidenziato il rappresentante dei governatori, Stefano Bonaccini. Aggiungendo che ora le Regioni si metteranno all’opera su due delicati argomenti: la mobilità interregionale e i criteri di riparto. Robe da sempre finora da maneggiare con la massima cautela. L’emendamento conferma anche per quest’anno Marche, Umbria e Veneto come Regioni benchmark.
Intanto la norma approvata nel milleproroghe (che da lunedì va in aula alla Camera), dispone di inserire all’art. 27 (dopo il comma 7) del Dlgs 68/2011, il seguente comma proposto dai due relatori (cioé, in sostanza, dal Governo):
«Anche per l’anno 2016 è prorogata l’individuazione, come regioni di riferimento, di quelle stabilite dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano nella seduta del 17 dicembre 2015, e per la determinazione dei fabbisogni standard regionali in materia di sanità sono altresì confermati i costi pro-capite per livelli assistenziali delle regioni di riferimento rilevati dai modelli LA 2013, nonché i medesimi pesi per classi di età adottati in sede di determinazione dei fabbisogni standard regionali per l’anno 2015».
I tempi
La norma andrà in vigore solo con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» della legge di conversione del milleproroghe. Dunque a fine mese. Per il varo definitivo dell’accordo col Governo, dunque, ci sarà da aspettare ancora almeno tutto marzo. Ma intanto l’accordo c’è. Per la prima volta già a inizio anno.
Approvata giovedì dalla Conferenza delle Regioni la proposta di riparto del fabbisogno sanitario 2016. In tutto, per quest’anno saranno 108,4 mld (108,1 mld di quota indistinta e 300 mln di quota premiale) le risorse che le regioni dovranno dividersi. Il dato segnala una crescita di 1,1 mld (+0,78%) rispetto alle risorse del 2015 (107,3 mld). Aumento, ricordiamo, dovuto all’incremento di 1,3 mld del Fondo sanitario nazionale nel 2016 (111 mld) rispetto ai 109,7 mld del 2015. Se ci sono state variazioni nelle risorse, anche se si registrano incrementi per tutte le Regioni rispetto all’anno scorso, il metodo di riparto è invece rimasto praticamente quello del 2015 ma i presidenti hanno deciso che da subito la commissione Salute lavorerà sui nuovi criteri e studierà un Piano per porre freno alla mobilità sanitaria che penalizza le Regioni del Sud. La parola d’ordine era fare presto. Non incorrere in ritardi perniciosi com’è accaduto per il riparto 2015 arrivato a “babbo morto”, quando ormai l’anno se ne era già andato. La bozza entrata in Conferenza
È con questo spirito che i governatori hanno iniziato questa mattina la Conferenza dei presidenti. E in tarda mattinata è arrivato l’ok sull’intesa, con ritocchi per circa 30 mln alla voce obiettivi di piano. La tabella complessiva è alle limature finali. L’assenso dei presidenti all’accordo è stato unanime anche se c’è stato un duro confronto con la Regione Campania e infatti rispetto alla tabella entrata stamattina in Conferenza sono state fatte delle piccole limature per andare incontro alle richieste campane.
Soddisfatto il presidente delle Regioni Stefano Bonaccini che ricorda però che “per portare a casa definitivamente il riparto serve l’approvazione del Parlamento della nostra richiesta di emendamento (al Milleproroghe. Una modifica finalizzata a consentire un riparto della quota premiale anche per riequilibrio tra le regioni e al mantenimento delle medesime regioni benchmark individuate ai fini del riparto 2015 anche per il 2016). Sarebbe un risultato storico perché approvare il riparto a febbraio e non a dicembre, e soprattutto con l’unanimità di tutte le Regioni è un risultato positivo”.
“Credo – ha precisato Bonaccini – che se le nostre proposte verranno accolte dal Parlamento otteremo il risultato di poter fare meglio la programmazione. Avere la certezza delle risorse all’inizio anno è positivo e dimostra che le Regioni sono delle realtà importanti nel tessuto istituzionale del Paese, al di là della riforma costituzionale”.
Alla base della proposta dei tecnici arrivata sui tavoli dei governatori, c’è la novità inserita nel milleproroghe che consente il riparto della quota premiale anche per il riequilibrio tra le Regioni e il mantenimento delle stesse Regioni benchmark utilizzate per il riparto 2015. Obiettivo «imprescindibile» si afferma esplicitamente, è garantire a tutte le Regioni un incremento di finanziamento rispetto al 2015. Rispetto al 2015, il riparto vale 1.13 mld in più.
Nella tabella che alleghiamo (che sarà solo leggermente ritoccata nella versione finale) si può capire di quale entità si tratti per singola realtà. Lo schema di riparto in bozza, lo si può leggere ricordando che:
-alla colonna A) il riparto del fabbisogno sanitario 2016 a legislazione vigente (costi standard)
-alla colonna B) il riparto finale 2015 oggetto di Accordo in Conferenza, che ha utilizzato, oltre al fabbisogno a costi standard, 274 mln di quota premiale e 100 milioni da obiettivi di piano
-alle colonne C) e D) vengono riportati i valori differenziali, assoluti e in %: si tratta di valori per alcune regioni in positivo, per altre in negativo; l’incremento medio è pari allo 0.78%
-alla colonna E) viene riportato il riparto obiettivo della proposta: assicurare alle regioni in incremento il fabbisogno a costi standard e alle regioni in decremento rispetto al riparto a costi standard, un incremento, attingendo dalla quota premiale, corrispondente allo 0,78% dell’Accordo finale 2015. le colonne F) e G) espongono tale aumento e l’utilizzo della quota premiale finalizzato a garantire l’incremento.
-alla colonna H) viene riportato il residuo della quota premiale, che si propone di ripartire alle regioni che non ne hanno beneficiato a garanzia dell’incremento; il riparto viene proposto a quota d’accesso
Ma oltre all’accordo per il 2016 le Regioni hanno deciso di iniziare il lavoro di revisione dei criteri di riparto e di lavorare per un Piano sulla mobilità sanitaria. “Abbiamo dato mandato alla commissione Salute di lavorare sulla revisione criteri di riparto e poi c’è da affrontare il tema di un piano sulla mobilità sanitaria nazionale perché ci sono squilibri tra le Regioni”.
Bonaccini ha poi annunciato che il prossimo 25 febbraio arriverà la proposta di nome del nuovo coordinatore della commissione Salute che oggi è all’Emilia Romagna e per ragioni di equilibri all’interno della Conferenza dopo la nomina di Bonaccini alla presidenza.
Quotidiano sanità e Il Sole 24 Ore sanità – 4 febbraio 2016