II riparto 2012 che fissa la spesa e distribuisce le risorse è nelle mani di Coletto ma non è mai stato presentato in giunta. Pd: «Situazione assurda e scandalosa». La sanità rappresenta il capitolo di spesa di gran lunga più significativo nel bilancio del Veneto che vi concentra 8,5 miliardi, il 65% delle risorse disponibili. Pianificarne gli investimenti, perciò, è una tappa cruciale nella programmazione e il documento che fissa l’entità del budget e lo distribuisce alle 24 Usl e aziende ospedaliere della regione è definito Riparto sanitario. Eppure, alla vigilia di agosto (con la prospettiva realistica di un rinvio a settembre) di questo documento non si vede traccia. Esiste, sì, perché a metà di aprile il segretario della sanità di Palazzo Balbi, Domenico Mantoan, l’ha consegnato all’assessore Luca Coletto.
Ma quest’ultimo, a tutt’oggi, si è ben guardato dal presentarlo in giunta e i suoi contenuti restano ancora avvolti dal mistero. Una situazione sconcertante, che lascia allibiti anzitutto i manager del settore: «Com’è possibile programmare il 2012 se dopo sette mesi siamo ancora privi di riferimenti precisi?», è il ritornello dei direttori generali e sociali, già alle prese con tagli finanziari e rigidità normative che complicano non poco il loro lavoro.
Nel 2011 il Riparto fu definito febbraio, quest’anno c’è stato un primo slittamento perché la quinta commissione (competente a esaminarlo) era impegnata nella discussione del nuovo Piano socio-sanitario. Il 19 aprile, comunque, il fatidico dossier è entrato in possesso di Coletto. Da allora, più nulla. Obiezione possibile: il quadro delle risorse è ancora suscettibile di variazioni alla luce della spending review che comporterà sicuramente riduzioni di risorse, di qui l’esitazione a scoprire le carte… «Ma le oscillazioni nei conti», replica l’esperto di welfare del Pd. Claudio Sinigaglia «riguardano un centinaio di milioni al massimo, il quadro essenziale delle risorse è già noto. L’inadempienza di Coletto e del presidente Zaia ostacola il lavoro degli amministratori ai quali, come unico vademecum, è stato imposto un taglio lineare del 5% nell’acquisto di beni e servizi. Che modo di governare la sanità è questo? L’assenza di regole favorisce la discrezionalità, ovvero la gestione personale della spesa. Cosi si preservano le roccaforti intoccabili, leggi il Veronese di Flavio Tosi al quale Coletto risponde direttamente. Attenzione: analogo discorso vale per il fondo riservato alla non autosufficienza: anche qui, nebbia fitta e disagio visibile degli operatori privati colpevolmente di punti di riferimento».
Tant’è. C’è che chi legge in questa situazione anomala la volontà leghista di arginare il protagonismo di Leonardo Padron, il presidente pidiellino della quinta commissione definito dallo stesso Zaia come il dominus del Piano socio-sanitario. Certo è che martedì, in sede di conferenza di capogruppo, la democratica Laura Puppato darà battaglia chiamando l’intera opposizione ad incalzare la giunta e sollecitando il presidente dell’assemblea Clodovaldo Ruffato a salvaguardare le prerogative dei consiglieri nell’attività di programmazione. Anche Zaia sarà chiamato a fornire delle risposte: in sede di approvazione del Piano, gli emendamenti presentati in extremis dall’assessore suscitarono forte irritazione nel governatore, tenuto all’oscuro dell’iniziativa, di probabile marca tosiana.
La spia di una tensione tra i due cavalli di razza della Liga. sopita, smentita, minimizzata. Mai spenta.
Il Mattino di Padova – 29 luglio 2012
Sanità, cifre fantasma Padrin: «Fuori i conti delle Usl venete»
La sanità pubblica del Veneto fattura 8 miliardi l’anno, occupa direttamente 60 mila addetti e serve 5 milioni di utenti. Eppure, da gennaio, i suoi centri nevralgici – le 24 Usl e aziende ospedaliere – procedono a tentoni, privati di una bussola che orienti i manager nella programmazione degli investimenti e della spesa. Ma questa bussola esiste: si chiama Riparto sanitario 2012, reca la firma tecnica del segretario della sanità Domenico Mantoan e da aprile giace – inspiegabilmente – nei cassetti dell’assessore regionale, il leghista Luca Coletto. A tutt’oggi, né la giunta del governatore Luca Zaia né l’assemblea di Palazzo Ferro-Fini hanno avuto l’opportunità di prenderne visione. «Una situazione grave e per molti aspetti paradossale, che pone anche un problema istituzionale perché il mancato accesso ai bilanci delle aziende impedisce al consiglio di adempiere ai suoi doveri di controllo»: ad affermarlo non è uno scapigliato esponente dell’opposizione ma il pidiellino Leonardo Padrin, presidente della commissione sanità definito dallo stesso Zaia come «il dominus» del nuovo Piano quadriennale destinato a cambiare il volto del welfare veneto. Tant’è. Dopo aver sollecitato più volte e senza esito la presentazione del Riparto, ieri Padrin ha inviato una lettera perentoria a Coletto: «Poiché ci è stata negata la possibilità di concorrere alla pianificazione», riassume «chiediamo, con urgenza, di conoscere i conti delle Usl del primo semestre, per verificare almeno l’andamento della spesa. A questo punto, siamo alla vigilia della pausa d’agosto, lo stesso strumento del Riparto diventa inutile: come si può pensare di programmare l’attività di un anno nell’ultimo trimestre utile?». Netto il suo giudizio politico: «Siamo di fronte a una seria inadempienza, il Riparto è un atto dovuto da parte dell’esecutivo. Questa condotta è anomala e inaccettabile». Ma cosa ha determinato l’insabbiamento? «I contrasti interni nella maggioranza e le incomprensioni con la dirigenza regionale», afferma Laura Puppato, capogruppo del Pd «la giunta Zaia è lacerata dalle tensioni di territorio e rivela un’incapacità decisionale drammatica. Così, la rinuncia alla programmazione diventa funzionale a una gestione persone e correntizia delle risorse destinate alla sanità e anche al sociale: oltre al Riparto, manca il piano destinato al la non autosufficienza. L’opposizione darà battaglia, è una promessa». Nell’attesa, mentre i direttori generali delle Usl non nascondono sconcerto e disagio, le indiscrezioni alludono a divergenze sorte nel centrodestra su un punto cruciale, riguardante la concentrazione dei poli ospedalieri nel circuito veronese di Bussolengo-Negrar-Peschiera-Villafranca. Quattro presìdi – due pubblici e altrettanti privati – in un lembo di territorio vicinissimo al cuore del sindaco (e segretario lighista) Flavio Tosi. Un esubero in controtendenza rispetto alle dinamiche di taglio di spesa e razionalizzazione della rete, tanto che l’erogazione di fondi conseguente – sancita dal misterioso dal Riparto – ha fatto arricciare il naso a più di un esponente della maggioranza, inducendo Coletto a rinfoderare il progetto in attesa di tempi migliori. Nel frattempo, su invito del mentore Tosi, l’assessore ha illustrato i contenuti del Piano socio-sanitario al direttivo del partito, allargato, per l’occasione, al governatore e agli assessori Ciambetti, Conte e Stival. Quasi una giunta parallela, già. Con Luca Zaia che, a proposito delle future nomine negli ospedali e nelle aziende sanitarie, ha spiazzato tutti con un avvertimento: «Basta con le segnalazioni di primari e direttori generali, primari si diventa per concorso e quanto ai direttori, vi dico subito che io ascolterò il parere di tutti e poi mi ritirerò e deciderò da solo». Gelo padano in sala.
Padrin a Coletto, subito in commissione dati su andamento spesa Usl primi sei mesi 2012
Subito in commissione i dati relativi all’andamento della spesa delle Ulss, delle Aziende ospedaliere e dello Iov relativi ai primi due trimestri del 2012. La richiesta è contenuta in una lettera inviata dal presidente della commissione Sanità del Consiglio Leonardo Padrin all’assessore Luca Coletto. “Tenuto conto – scrive Padrin, facendosi interprete dell’intera commissione – che la Giunta regionale non ha ancora provveduto a predisporre il riparto del fondo per l’anno 2012 alle strutture sanitarie venete, si chiede di trasmettere con urgenza i dati relativi all’andamento della spesa sanitaria relativamente ai primi due trimestri dell’anno in corso”.
E giovedì Mantoan va a caccia di fondi
Nuova missione romana per Domenico Mantoan. Giovedì il segretario della sanità veneta è atteso al ministero della Salute per un riesame tecnico dei fondi destinati alla nostra regione. L’obiettivo, alla luce della riduzione di risorse prevista dalla spending review del Governo, è “limare” l’ammontare dei tagli annunciati scovando qualche risorsa dalle pieghe di bilancio. Una disponibilità, in questo senso, è stata fornita dal ministro Renato Balduzzi.
Il Mattino di Padova – 31 luglio 2012