Le aziende sanitarie italiane saranno tenute entro il 31 gennaio 2014 a rispettare i tre principali parametri sui quali viene valutata la trasparenza: nominare il responsabile locale anticorruzione, pubblicare online il Piano triennale anticorruzione e fornire informazioni complete sui vertici dell’organo di indirizzo politico: direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo, curricula e compensi. Abbassare il livello di corruzione è previsto dalla legge 190/2012 secondo cui tutti gli enti pubblici, aziende sanitarie comprese, devono dotarsi di strumenti per facilitare la trasparenza. Reati civetta, auto riciclaggio, falso in bilancio, evasione fiscale, scambio elettorale politico-mafioso avranno le gambe corte secondo i prossimi buoni propositi di inizio anno. Vai a tutti i dati di Regioni e Asl
La fotografia di Libera e Gruppo Abele
La campagna “Riparte il futuro”, promossa da Libera e Gruppo Abele, si occupa di monitorare lo stato di applicazione dei tre parametri previsti dalla legge nelle 237 aziende sanitarie italiane. “Salute: obiettivo 100%” è la parola d’ordine della petizione lanciata in numerose città italiane proprio in questi giorni per “illuminare la salute”. Gli esempi dei Paesi scandinavi mostrano come sia possibile attraverso lo slancio civile eliminare i costi che pesano sull’amministrazione pubblica per dare vigore alle risorse economiche e chiudere le porte alle mafie del nostro Paese. Su questo fronte, infatti, l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa.
Cinque regioni più trasparenti e quelle più corrotte
La corruzione nel lungo periodo è tutt’altro che conveniente e le prime cinque regioni italiane che lo hanno capito sono: la Basilicata con un livello di trasparenza al 76%, il Friuli Venezia Giulia al 69%, la Valle d’Aosta al 66%, la Lombardia al 58% e l’Abruzzo al 53%. Ma il dato è aggiornato solo al 15 novembre e potrebbe cambiare entro gennaio. Il triste primato della corruzione in ambito di enti pubblici tocca, invece, alla Sardegna con un livello di trasparenza finora al 12%, le Marche al 14%, la Calabria al 15%, la Campania al 19% e l’Umbria al 21%.
Costi ed effetti della corruzione
Secondo la Corte dei Conti la corruzione costa circa 60 miliardi di euro all’anno pari a mille euro per cittadino. Dal reportage di Libera, si evince che l’indice di percezione delle corruzione (Cpi) è infatti crollato da 5,5 a 3,9 nel decennio 2001-2011 avvelenando l’economia italiana. Corruzione diffusa e mancanza della certezza del diritto portano ad enormi effetti negativi quali: riduzione del Pil, mancanza di investimenti stranieri, spreco di denaro pubblico, mancanza di competitività delle imprese, calo o assenza di innovazione e ricerca, potenziamento della burocrazia e aumento della disoccupazione.
Corruzione assorbe alla sanità oltre 1,5 miliardi all’anno. Ecco la mappa delle Regioni meno trasparenti
Salute: obiettivo 100% per Aziende sanitarie trasparenti. Così le associazioni Libera e Gruppo Abele, insieme a Don Ciotti, hanno chiamato l’iniziativa contro l’illegalità in sanità. Sul sito una petizione e la cartina, Regione per Regione, delle Asl meno trasparenti. Tra le Regioni Basilicata la più virtuosa, Molise maglia nea.
Un monitoraggio continuo per conoscere lo stato di trasparenza della sanità pubblica nel nostro paese, partendo dalle aziende sanitarie in ogni singola regione. Si tratta di Salute: obiettivo 100% per Aziende sanitarie trasparenti, la nuova iniziativa della campagna Riparte il futuro promossa da Libera e Gruppo Abele in occasione della Giornata mondiale contro la corruzione, che si celebrerà il 9 dicembre. Secondo le stime della Corte dei Conti, sono circa 60 i miliardi che ogni anno vengono sottratti all’Italia per frodi e corruzione. Solo nel 2012, per la sanità, sono stati accertati reati per oltre 1,5 miliardi di euro, quanto basta per costruire 5 nuovi grandi ospedali modello.
“La legge 190/2012 – ricordano i promotori – prevede che tutti gli enti pubblici, aziende sanitarie comprese, si dotino di strumenti per contrastare la corruzione e facilitare la trasparenza. Le Aziende sanitarie sono quindi tenute, entro il 31 gennaio 2014,insieme ad altri adempimenti, a nominare il responsabile locale anticorruzione, a pubblicare online il Piano triennale anticorruzione e a fornire informazioni complete sui vertici dell’organo di indirizzo politico (direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo)”. La campagna Riparte il futuro monitora proprio lo stato di applicazione di questi tre parametri nelle 237 aziende sanitarie italiane, attribuendo un peso percentuale specifico ai diversi parametri presi in esame, in modo da arrivare a un punteggio unico e sintetico, partendo da una ricerca svolta dalla rete ‘illuminiamo la salute’ promossa da Agenas.
La fotografia ad oggi è fatta di luci e ombre. La trasparenza e la resistenza alla corruzione in Italia è pari al 38%. Basilicata (76% ) e Friuli Venezia Giulia (69%) sono le regioni piu’ virtuose per la trasparenza nelle singole aziende sanitarie. Ancora molto lavoro da fare, invece, in Sardegna(12%), Marche(14%), Calabria (15%) e Campania (19%). Fanalino di coda il Molise con l’unica azienda sanitaria che non ha ancora attuato, allo scorso 15 novembre, nessuno dei tre interventi previsti dalla legge 190/12 e oggetto del monitoraggio. Superano la soglia del 50% la Lombardia (58%) l’Abruzzo (53%) e il Piemonte (51%), seguite dalla Liguria (50%).
“L’obiettivo dell’iniziativa promossa da Libera e Gruppo Abele è quello di tutelare e difendere da opacità, illegalità e corruzione un Servizio sanitario pubblico che dal 1978 garantisce cure e assistenza ai cittadini”, ribadiscono i promotori ricordando che entro il 31 gennaio 2014, senza ulteriori proroghe e rinvii, tutte le Aziende nominino, come previsto dalla legge, dovranno nominare il Responsabile locale dell’anticorruzione, predisporre il Piano triennale dell’anticorruzione e rendere pubbliche le informazioni sui vertici aziendali”.
A partire dal 9 dicembre, sempre sul sito www.riparteilfuturo.it, ogni utente potrà consultare online lo stato di avanzamento della propria Regione e le informazioni relative alla singola azienda sanitaria presente sul proprio territorio. Sarà in grado di sapere con un semplice click, ogni volta che l’informazione sarà resa pubblica, chi governa la propria Azienda, chi è chiamato a vigilare sulle politiche anticorruzione e come queste saranno portate avanti.
“Controlleremo giorno per giorno che le Aziende sanitarie rispondano alle richieste della petizione e alle prescrizioni di legge. Vogliamo – concludono Libera e Gruppo Abele – che non vengano concesse proroghe e che i rinvii non siano la norma. Trasparenza e anticorruzione possono salvarci la vita e con una firma vogliamo dare inizio a una efficace terapia, che renda integro e trasparente il nostro Servizio sanitario nazionale. In gioco ci sono un patrimonio del paese da difendere, la professionalità di tantissimi operatori sanitari e la nostra salute.”
Il Sole 24 Ore e Quotidiano sanità – 10 dicembre 2013