-impediscano il continuo ricorso ai contratti atipici, stabilizzando gli attuali precari;
-recuperino le prerogative contrattuali a livello aziendale;
-garantiscano il diritto alla libera professione, con le modalità di cui all’Accordo Stato-Regioni del 2010;
-restituiscano certezza al sistema di valutazione professionale, destabilizzato dalle manovre economiche.
«E’ urgente – prosegue il comunicato – anche un atto legislativo che, a partire dalla definizione dell’atto medico, intervenga in tema di responsabilità professionale di fronte al crescere del contenzioso, alimentato da comportamenti opportunistici, da carenze organizzative e strutturali, da incaute norme legislative.
Le manovre economiche 2010-2011 hanno fatto cassa con le buste paga dei soliti noti ed il decreto salva-Italia ha elevato di sei anni l’asticella dell’età di quiescenza senza tenere conto delle caratteristiche del lavoro sanitario, in alcuni settori particolarmente usurante. Penalizzazioni non previste nei confronti del lavoro privato.
La crisi del sistema sanitario rende non più rinviabile un nuovo Patto sociale con i professionisti senza il quale anche il nuovo patto per la Salute finirà con il tradursi in un puro “regolamento di conti”, costringendo il sistema a rincorrere le varie manovre economiche con grave danno per i cittadini e senza speranza di continuare a garantire equità e universalismo.
Le organizzazioni sindacali di categoria – conclude il comunicato – tornano a chiedere ascolto a Governo e Regioni pronte a dichiarare lo stato di agitazione per avere risposte a legittime e reiterate richieste e continuare ad assicurare ai cittadini la qualità dei servizi sanitari».
Le sigle firmatarie dell’agitazione sono: Anaao Assomed – Cimo-Asmd – Aaroi-Emac – Fp Cgil medici – Fvm – Fassid – Cisl medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials medici – Uil Fpl Federazione medici – Sds Snabi – Aupi – Fp Cgil spta – Sinafo – Fedir sanità – Sidirss – Fimmg – Sumai – Snami – Intesa sindacale – Smi – Fimp – Cimop – Ugl medici – Federspecializzandi