di Piero Erle, Il Giornale di Vicenza. È sempre più difficile, visto che i tagli alla sanità continuano, ma nonostante i conti delle singole Ulss abbiamo sofferto di più la sanità veneta riesce a mantenere l’equilibrio di bilancio, e dopo aver superato l’esame del Ministero delle finanze va a segnare addirittura un avanzo di 56 milioni: oltre i risultati ottenuti negli ultimi tre anni (di seguito la tabella con i dati delle singole Ulss). Il Veneto mantiene anche in positivo per il secondo anno, ma questa volta senza riuscire a migliorarsi come aveva fatto nelle occasioni precedenti dell’era Zaia, il rapporto tra Ulss che hanno chiuso con conti positivi e quelle che segnano deficit: sono 13 contro 11, ed è comunque un risultato di rilievo se si pensa che solo tre anni fa le aziende m rosso erano 16 contro 8. Anche se il numero di Ulss “in nero” è in maggioranza, a livello di conto economico la differenza resta forte, ovviamente.
Sommando tutti gli utili la Regione mette assieme un gruzzolo di 40,3 milioni, mentre la somma di tutti i deficit delle 11 aziende in rosso (con le 2 ospedaliere di Verona e di Padova, però migliorate) arriva a 211,7 milioni. E se si va a vedere l’anno scorso, c’è addirittura un leggero peggioramento: -171 milioni contro i-162 del 2013.
DECISIVA LA “GESTIONE ACCENTRATA”. Come sempre è decisiva la somma che la Regione riesce a risparmiare con la Gsa-Gestione sanitaria accentrata, il servizio centralizzato a cui la legge dello Stato affida anche il compito di tenere «una contabilità di tipo economico-patrimoniale atta a rilevare, in maniera sistematica e continuativa, i rapporti economici, patrimoniali e finanziari fra la singola Regione e lo Stato, le altre Regioni, le Aziende sanitarie, gli altri enti pubblici».
Nel 2014 tutti questi conteggi (anche di entrate-uscite con lo Stato e le altre Regioni) hanno fatto sì che la Gsa-Gestione accentrata ha chiuso i conti con un avanzo di 227,4 milioni. E certo questo fa anche capire perché il governatore Luca Zaia, supportato dall’assessore Luca Coletto e dal direttore generale Domenico Mantoan, punti a creare una “Azienda zero” che da Venezia possa gestire molti più servizi accentrati per conto delle singole Ulss. Proprio i soldi che si riesce a risparmiare a Venezia calano poi sulla bilancia e «il risultato d’esercizio consolidato regionale 2014, inteso come la somma algebrica tra i risultati d’esercizio delle aziende sanitarie e il risultato d’esercizio della Gsa-Gestione sanitaria accentrata – certifica la Regione – risulta pari a 56,01 milioni di euro».
Il Ministero poi m realtà non consente di conteggiare gli utili delle Ulss, per cui il conto ufficiale per Roma non è di +56 ma di +15, ma questo alla fine gioca a favore dei dg delle Ulss in attivo: potranno riutilizzare gli utili per le loro aziende.
CHI SALE E CHI SCENDE Dando un’occhiata ai dati, si nota che è l’Ulss veronese di Bussolengo a mettere a segno un utile-record di 20 milioni, seguita a distanza da quelle di Vicenza e di Asolo (+4). Il risultato peggiore, e stavolta anche in netto peggioramento rispetto agli ultimi due anni, è invece ancora una volta quello dell’Ulss di Venezia, mentre da segnali di netto peggioramento anche l’Ulss del Veneto orientale (notizia della Giunta regionale di martedì: il governatore Luca Zaia ha deciso di confermare i due ospedali di Portogruaro e San Donà, senza puntare a un ospedale unico per il Veneto est). Resta in negativo forte anche l’Ulss dell’Alto Vicentino, che un tempo era il fiore all’occhiello del Veneto e adesso deve però pagare le rate dell’ospedale di Santorso, e anche quella di Bassano ha ridotto di molto i risultati ottimi di un anno fa. Conti in calo anche per Mirano (utile) e Chioggia e Verona (deficit). Migliora nettamente infine Rovigo, sia pure sempre in deficit.
Il Giornale di Vicenza – 20 agosto 2015