Sulle riforme legate al lavoro «il governo intende andare avanti contro i signori dell’immobilismo», promette il sottosegretario Massimo Cassano firmando una nota del ministero retto da Giuliano Poletti. Secondo Cassano il pacchetto di proposte per modificare le regole della contrattazione sui luoghi di lavoro «è la strada per far uscire l’Italia dalla conservazione e dalla stagnazione».
Le proposte per regole certe sulla rappresentanza dei sindacati e dunque sulla contrattazione suscitano la perplessità di Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil: «Io non ho dogmi ma il governo non dovrebbe immischiarsi. Può dare una mano partendo dalle regole che ci siamo dati ma non facendo nuove leggi. Nei settori privati limitare il diritto di sciopero è incostituzionale. Se i poteri forti voglioni spingere in questa direzione, noi ci opporremo».
Per la Cgil sarebbe utile «trasformare in legge ciò che le parti hanno già stabilito tra di loro», cioè rendere norma l’accordo sulla rappresentanza firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria nel 2014. Anche per la confederazione di Corso d’Italia bisogna fare «attenzione a mettere soglie di consenso per poter indire lo sciopero: quello è un diritto individuale sancito dalla Costituzione. Certo, bisogna evitare che 12 persone determinino un blocco con conseguenze su migliaia di persone».
Con l’intento di «sbloccare l’Italia» e favorire la ripresa delle attività produttive, il ministro Angelino Alfano annuncia, a nome del Ncd, «una proposta choc» di taglio delle tasse e dei vincoli burocrativi. «Per cinque anni – dice il ministro – si passi da un sistema basato sulle autorizzazioni a uno basato sulla libertà di fare in base alle leggi». Alfano fa un esempio: «Se un soggetto vuole aprire un’attività commerciale o vuole fare una modifica a casa sua, lo faccia. Poi lo Stato potrà controllare se è stato fatto tutto in regola».
(p.g.) Repubblica – 21 agosto 2015