Il calabrone asiatico ha vinto la “competizione dei 25 genomi”, il concorso messo in campo dal Wellcome Trust and Sanger Center e supportato da StopVelutina che chiedeva alla rete quale DNA mappare tra quello di 25 organismi diversi. La velutina concorreva nella sezione degli organismi nocivi. La sua pericolosità ha convinto i votanti a chiedere al centro britannico il sequenziamento dei suoi geni. Si apre così un nuovo fronte alla lotta contro il calabrone asiatico.
Possedere la mappa del DNA della velutina infatti sarà essenziale per conoscere basi genetiche degli adattamenti che rendono il calabrone asiatico un invasore così di successo. Con il sequenziamento si prevede ad esempio di riuscire a capire quali geni sottendono il sesso e la determinazione delle caste in questo tipo di calabrone, per trovare metodi che discriminino solo determinati individui – per esempio, che colpiscano solo i maschi, impedendo alla colonia di riprodursi – oppure per diffondere tratti come la sterilità maschile, in maniera analoga a quello che si fa con le zanzare in certe parti del mondo. Conoscere il DNA sarà inoltre utile per individuare le specifiche sottopopolazioni di calabrone, discriminandone la sensibilità a diversi fattori, oppure per trovare marcatori biochimici utili per monitorare la diffusione dell’insetto.
A lavorare su questo fronte sarà il cosiddetto Team Asian Hornet, un gruppo di scienziati che comprende ricercatori britannici, francesi e gli italiani del gruppo StopVelutina.
Referenti:
Regno Unito
University College London (Seirian Sumner, Michael Bentley, Alessandro Cini)
University of Bristol (Daisy Taylor)
Centre for Ecology and Hydrology (Helen Roy, Marc Botham)
Francia
Université de La Rochelle (Karine Monceau)
INRA di Bordeaux (Denis Thiery, Olivier Bonnard, Juliette Poidatz)
Italia
Università di Firenze (Rita Cervo, Federico Cappa)
CREA-AA (Laura Bortolotti)
Università di Pisa (Antonio Felicioli)
STOP Velutina – 16 gennaio 2018