Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il «bonus Poletti» che consentirà a 3,7 milioni di pensionati di ottenere un rimborso una tantum per i due anni di mancata indicizzazione (2012-2013), il ricalcolo della pensione per il biennio 2014-2015 e l’introduzione di un meccanismo d’indicizzazione «più generoso» dal 2016. Le risorse verranno da «quella meravigliosa parentesi rosa nel Def (documento di economia e finanza)» che è stato battezzato «tesoretto».
È il presidente del consiglio in persona a chiamare il minirimborso «bonus Poletti», sorprendendo lo stesso ministro del Lavoro che gli siede accanto, insieme con il collega dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Quattro i messaggi inviati da Matteo Renzi. Il primo ai diretti interessati: «Nessuno perde un centesimo nonostante la crisi». Tuttavia «non è possibile restituire per intero i 18 miliardi di mancata indicizzazione» perché verrebbero tolti a qualcun altro. All’opposizione dice: «È il colmo che chi ha votato quella norma (legge Fornero, ndr ) venga da noi a chiedere che venga restituito tutto». All’Europa: «In Italia non si scherza e non si gioca sulle pensioni». E ai mercati: «Non c’è nessuna tensione, vera o presunta, preelettorale che ci fa essere timidi rispetto alla realtà».
«Dover fronteggiare tutti gli esborsi implicitamente previsti dalla sentenza — precisa Padoan — avrebbe impegnato per il solo 2015 risorse che avrebbero portato l’indebitamento al 3,6%: questo avrebbe comportato l’ingresso dell’Italia in una procedura di deficit eccessivo, l’immediata rimozione della clausola delle riforme che la Commissione ci aveva concesso e il mancato rispetto della regola del debito, con la conseguenza di un’ulteriore esigenza di aggiustamento di finanza pubblica che avrebbe invertito la tendenza in crescita dell’economia e di risanamento dei conti pubblici». Insomma, una catastrofe. Nessun riferimento a una ipotesi intermedia tra il rimborso una tantum e quello totale. Dall’Europa si fa sentire il commissario Ue, Pierre Moscovici: «Valuteremo la risposta del governo alla sentenza per valutare se servirà un nuovo rapporto» sul debito.
Ma a Renzi preme per aprire già un nuovo capitolo, quello di una maggiore flessibilità nel meccanismo di pensionamento previsto dalla Fornero: «Le normative del passato sono intervenute in modo troppo rigido, bisognerà trovare una modalità che possa permettere alla nonna di 62 anni di godersi il nipotino» spiega. Lo si farà nella legge di Stabilità.
Intanto per i pensionati arriva una novità a partire da giugno: la pensione sarà pagata al primo del mese. Poletti trova il tempo per annunciare il rifinanziamento della Fondo per la disoccupazione del 2015 per un miliardo e i 70 milioni che vanno alle imprese per i contratti di solidarietà per imprese e professionisti.
Antonella Baccaro – Il Corriere della sera – 19 maggio 2015