La gestione dello scoiattolo grigio e dell’ibis sacro, due specie invasive in Italia è tra i punti iscritti all’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni del 22 marzo. Al vaglio due schemi di decreto del Ministro dell’Ambiente per attivare misure di controllo delle due specie elencate tra quelle aliene dal regolamento Ue.
L’Italia è obbligata dalle norme UE a predisporre misure di gestione efficaci (eradicazione, controllo numerico o contenimento delle popolazioni) al fine di tutelare la biodiversità e gli ecosistemi. Il decreto sullo scoiattolo grigio ha per oggetto l’adozione del nuovo Piano di gestione nazionale (da rinnovare rispetto allo scorso emanato nel 2020), mentre per quanto riguarda il decreto sull’Ibis sacro, si definiscono misure di gestione già previste dal relativo Piano di gestione nazionale.
Riguardo allo scoiattolo grigio c’è da sottolineare che in Italia resistono le uniche colonie (stabili ed in espansione) presenti nell’Europa continentale, presenti in particolare in Piemonte e in altre regioni del nord Italia. Oltre ad entrare in competizione con l’autoctono scoiattolo comune, decretandone la progressiva scomparsa, lo scoiattolo grigio, più forte e grosso, causa danni ai boschi e alle piantagioni arbustive, asportando la corteccia degli alberi per accedere alla linfa. Lo scoiattolo grigio ha poi portato con sé la diffusione di un parassita (il nematode neartico Strongyloides robustus) che ha un impatto ancora da definire sugli scoiattoli europei e su altri roditori.
Per quanto riguarda invece l’Ibis sacro è stato importato per essere allevato e mantenuto in cattività (zoo e aree faunistiche, parchi pubblici e residenze private) ma alcuni esemplari hanno col tempo formato nuclei naturalizzati che si sono stabiliti in contesti naturali. Questa specie ha un impatto sulla predazione di uova, nidiacei e pulli di uccelli acquatici. Non sono invece segnalati problemi di inquinamento genetico con specie autoctone o affini. Come per altre specie di uccelli acquatici e gregari esiste un rischio generico per la diffusione di patogeni quali il virus dell’influenza aviaria.