Il gruppo Amadori ha chiesto di fare delle verifiche tecniche Martedì è previsto in Provincia un nuovo incontro con i vertici. Ancora sospesa la produzione nello stabilimento dove ha sede il macello
«Che cosa farà Amadori?». È quanto continuano a chiedersi gli oltre 200 lavoratori del macello Ilta-Pai di Campiglia dei Berici. Un interrogativo che rilanciano anche i sindacati, in attesa dell´incontro che si terrà in Provincia il 15 gennaio con i rappresentanti del gruppo avicolo romagnolo con il quale l´Ilta-Pai ha un contratto in conto lavorazione in scadenza il prossimo 9 febbraio.
Nel frattempo il macello ha sospeso l´attività, su richiesta stessa di Amadori che aveva manifestato la necessità di effettuare alcune verifiche tecniche dettagliate che riguardano sia gli impianti che le strutture. Una sospensione a cui non è però seguita nessuna comunicazione in merito alla ripresa della produzione, aspetto che ha fatto suonare ulteriori campanelli d´allarme tra i lavoratori che, come hanno spiegato in una nota congiunta Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, «temono che il gruppo Amadori possa defilarsi dall´impegno di acquisizione dello stabilimento, o che comunque stia prendendo ulteriore tempo perché condizionato dall´annunciato ricorso al concordato avviato dalla proprietà (la famiglia Nizzetto)».
La preoccupazione dunque è che la produzione, momentaneamente sospesa, non riparta mai più: una situazione che getterebbe nel dramma oltre 200 famiglie. Un epilogo definito inaccettabile dagli stessi sindacati, anche in virtù di quanto sempre sostenuto dalla famiglia Nizzetto, che aveva individuato proprio nel subentro del gruppo Amadori la condizione per proseguire l´attività del sito di Campiglia, e dopo che lo stesso gruppo «si è accaparrato la “polpa” della filiera, ossia mangimificio, incubatoio e vari allevamenti in soccida». «Se la proprietà Nizzetto è stata incapace di gestire e rilanciare Ilta-Pai – denunciano Cgil, Cisl e Uil – ora non è possibile che un gruppo come Amadori, dopo essersi impegnato, abbandoni la partita». Di qui il monito delle organizzazioni sindacali affinché si prosegua il progetto di mantenere e rilanciare l´attività, perché «ne va del futuro di tante famiglie e di un territorio, il basso vicentino, che ne risentirebbe pesantemente». Il tutto in attesa degli esiti delle verifiche fatte dai tecnici del gruppo romagnolo che diranno una volta per tutte se e quale sarà il futuro dell´Ilta-Pai
Il Giornale di Vicenza – 13 gennaio 2013