Lo rivela EFSA, in uno studio appena pubblicato e condotto sulla popolazione europea. Incriminata una sostanza, il 3-MCPD, contenuta prevalentemente in grassi solidi vegetali. Bambini ed anziani potenzialmente a rischio
La sostanza incriminata è il 3-Monochloropropane-1,2-diol (3-MCPD): e non era mai stata in precedenza valutata da EFSA nei suoi aspetti tossicologici, ma solo dal precedente organo, il Comitato Scientifico sull’Alimentazione (Scientific Committee on Food). Considerato un “potenziale cancerogeno” (nel gruppo 2b della classificazione internazionale IARC con altre 285 sostanze), era stata fissata una Dose Giornaliera Ammissibile (Tolerable Daily Intake) pari a 2 microgrammi per kg di peso corporeo. La sostanza si forma durante le operazioni di cottura, con il calore. E va a colpire soprattutto reni, con esposizione cronica orale che dà luogo a nefropatie e iperplasia tubolare
Ora un nuovo studio da EFSA: a partire da 1235 risultati raccolti negli Stati Membri UE dal 2009 al 2011, sono stati calcolati i valori medi di 3- MCPD in 11 gruppi alimentari e in 34 sottogruppi. I valori più elevati, sono stati rinvenuti in grassi e oli vegetali. Mentre l’assunzione media della sostanza, è pari a meno di un microgrammo per kg di peso corporeo per la maggior parte della popolazione europea (60 gruppi su 64). Tuttavia vi sono notabili eccezioni. Inalcuni gruppi di popolazione, l’assunzione è compresa tra i 2 ed i 3 microgrammi . E tra questi, vi sono bambini tra gli 1 ed i 3 anni e gli anziani (8 gruppi su 64 considerati), ma solo tra coloro che consumano maggiormente i prodotti considerati.
La margarina è considerata il primo responsabile della esposizione alimentare (70%) insieme a grassi e oli vegetali (28%), pane e piade (dal 6% al 26%).
Nonostante la sostanza non sia facile tramite gli attuali sistemi laboratoriali, da identificare, EFSA ha emesso il parere, chiedendo semmai un rafforzamento della sorveglianza anche con l’invito ai privati a fornire propri dati.
Inoltre EFSA si è impegnata ad aumentare i prodotti considerati e le matrici complesse, che possono essere una fonte di tale composto.
Che fare?
Nel dubbio, la risposta non può essere che una: evitare le margarine. Questo, sia per alimenti complessi (prodotti da forno, biscotti: spesso dietro la scritta “oli e grassi vegetali”), sia in condimenti. La margarina non solo non fornisce grassi di buona qualità, ma è anche considerata una delle fonti principali dei famigerati acidi grassi trans (15%-30% sul totale dei grassi). Molto meglio quindi utilizzare oli vegetali (olio di oliva, meglio se extravergine) e di semi (di girasole, di mais, di riso). Che non solo hanno un migliore profilo lipidico complessivo (grassi insaturi), ma un pool di nutrienti maggiore (vitamine, fitoestratti come i polifenoli). In ogni caso, i grassi da preferire anche per la frittura sono quelli più stabili al calore, come i monoinsaturi dell’olio di oliva. Si è infatti osservato che ad alte temperature e dopo un qualche tempo (come avviene di norma appunto nella frittura) i grassi polinsaturi assumono la configurazione “trans”.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 1 ottobre 2013