Il segretario regionale Fvm-Sivemp, Roberto Poggiani, con una nota del 29 aprile scorso, ha chiesto alla Regione l’attivazione di un tavolo tecnico per affrontare compiutamente le tematiche e le problematiche della veterinaria pubblica in Veneto. Fvm-Sivemp sollecita in particolare la presenza al tavolo dell’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto. La richiesta fa seguito alla predisposizione da parte della Regione delle Linee guida “definitive” per l’Atto aziendale e l’organizzazione dei Dipartimenti di prevenzione che sono ora in corso di approvazione. «Prendiamo atto di un mancato sostanziale recepimento delle nostre proposte di modifica – spiega Poggiani – e ribadiamo che non riteniamo esaustive le Linee guida così come licenziate dalla Regione».
«A questo punto reputiamo necessario – continua il segretario regionale – affrontare le problematiche che interessano l’organizzazione e le modalità di intervento della veterinaria pubblica regionale in una visione il più complessiva possibile per giungere a soluzioni sinergiche. Siamo certi che tali soluzioni possano venire solo dalla collaborazione di tutte le componenti della sanità regionale. Da qui la nostra pressante richiesta di intervento all’assessore Coletto».
Poggiani ha quindi inviato allo stesso Coletto e al segretario regionale per la sanità, Domenico Mantoan, un primo documento che sintetizza «l’attuale situazione normativa e i nodi politici che permangono del tutto irrisolti, nonostante le linee guida di recentissima formulazione».
La sanità e la veterinaria pubblica sono state oggetto nell’ultimo anno di aggiornamenti normativi, sia a livello regionale che nazionale: «Il complesso quadro che deriva da tali modifiche rischia, nonostante le intenzioni del legislatore, di essere interpretato in modo difforme nelle diverse Ulss del Veneto, arrivando al paradosso che ogni direttore generale applichi le norme come più gli “aggrada” (come del resto sta già accadendo)»
Il documento di Fvm-Sivemp affronta il nodo del modello organizzativo regionale e delle ricadute sulla catena di comando: l’Unità di progetto veterinaria regionale nel tempo ha continuato ad avere un assetto “provvisorio” mai stabilizzato in modo definito con conseguente “indebolimento” dell’autorità competente. «Occorre avere anche il coraggio di introdurre dei Lea adeguati – afferma Poggiani – che siano cioè rispondenti a parametri e indicatori più attinenti all’attività dei servizi veterinari pubblici. Un’altra grave criticità è rappresentata dall’ormai cronico sottodimensionamento degli organici dei servizi veterinari veneti rispetto ai compiti e al volume dell’agroalimentare della nostra Regione. I veterinari pubblici del Veneto, riferiti alla popolazione residente, sono circa il 30% in meno della media nazionale. Anche le apicalità sono sempre più ridotte tanto da mettere a rischio la funzionalità dei servizi, in molti casi “decapitati”»
E aggiunge: «Ad aggravare questo quadro la mancata applicazione dell’Acn della medicina specialistica ai veterinari convenzionati del Veneto (la nostra Regione ha recepito l’Accordo nazionale solo nel giugno scorso e siamo ancora nella fase di predisposizione delle graduatorie). Questa situazione, oltre ad acuire il fenomeno del precariato dei colleghi, mette a rischio tutte quelle attività che richiedono flessibilità operativa, a partire dalle profilassi di Stato»
Critico anche il nodo della inadeguatezza delle risorse finanziarie. «Secondo le previsioni del Pssr il 5% del fondo sanitario deve essere destinato ai Dipartimenti di prevenzione – osserva il segretario Fvm-Sivemp -. Per ora rimane un sogno. Quanto ai proventi dell’applicazione della legge 194/2008 sui pagamenti delle imprese per i controlli sanitari dobbiamo purtroppo sottolineare come quando le Ulss recuperano queste somme spesso le destinino ad altre finalità. Ma purtroppo tali pagamenti spesso non vengono neppure recuperati. Secondo una nostra stima prudenziale si tratta di una cifra oltre dieci milioni di euro».
«Abbiamo sottolineato nel documento inviato ai vertici della sanità regionale – dice Poggiani – anche il nostro allarme davanti al progressivo depauperamento delle competenze dell’Istituto zooprofilattico di Legnaro, con l’impoverimento del Crev e la probabile esternalizzazione di attività».
E conclude: «Contiamo sulla disponibilità dell’assessore Coletto. Ma vorremmo che tutte le forze politiche lungimiranti e sensibili raccogliessero il nostro appello. Occorre oggi delineare una legge quadro per la veterinaria pubblica e la sicurezza alimentare che sia adeguata alla realtà del Veneto e capace di conferire la giusta autonomia e armonizzazione, a partire dal modello organizzativo regionale fino alle aziende sanitarie locali».
A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 7 maggio 2013 – riproduzione riservata
(foto da sivemppiemonte.it)