Le tasse (64%), la corruzione (53%), pensioni più eque (47%), una pubblica amministrazione più efficiente (46%): la classifica dei problemi urgenti da risolvere nel nostro Paese, secondo gli italiani, è questa. Decisamente meno interesse solleva la destinazione di soldi alla ricerca e allo sviluppo (36%), la riforma dei processi civili (30%), il rinnovo delle infrastrutture (24%). Pochissimo interesse, infine, destano il fatto che l’Italia non sia un Paese digitalizzato (14%) e il piano per salvare le banche (10%). Due maglie nere che indicano la complessità degli argomenti e la difficoltà che può esserci nel capire la portata di problemi che sembrano troppo lontani dalla vita quotidiana.
Ma che cosa ci dice questo ordine di importanza dato dalle risposte delle persone? Secondo Maurizio Pessato, presidente di Swg, la gerarchia segnala una sensibilità per gli aspetti costitutivi del vivere civile, «che caratterizzano una società seria e organizzata». Insomma gli italiani sanno il fatto loro. Prendiamo il primo argomento, quello che ha catalizzato i due terzi dei consensi: le tasse. «Non c’è solo la questione relativa ai costi vivi da sopportare, ma i riflessi legati a delle partite più ampie, come la resa di servizi e la competitività delle imprese», dice Pessato. Ma anche la corruzione ha raccolto più del 50% dei consensi perché — prosegue Pessato — la sensazione dell’opinione pubblica è che sia «inarrestabile e pervasiva», che limita le speranze di cambiamento. In questo caso, però, il rischio che si corre è quello di «enfatizzare l’entità del fenomeno, rispetto a quanto accade davvero nella società». «Appare comunque necessario — dice Pessato — un rigetto sociale di questa pratica».
Gli altri due grandi temi che raccolgono più del 45% sono le pensioni e lo stato della Pubblica amministrazione. Nel primo caso pesano l’innalzamento dell’età media (siamo da tempo un Paese per vecchi) e le preoccupazioni legate alla flessibilità del lavoro, aumentata dalla crisi e dalla rivoluzione tecnologica, Quanto alla pubblica amministrazione, spiega Pessato, «la riforma è stata varata, sono in via di adozioni i provvedimenti attuativi, ma resta la sensazione dei cittadino che questo rimanga un problema che rallenta il cambiamento». Ed è così radicata l’idea che questi temi siano fondamentali che anche la buona causa della ricerca e dello sviluppo ne fa le spese. «E’ una questione chiave per l’economia — conclude Pessato —. Ma i cittadini sentono l’urgenza di mettere a posto questioni più impellenti».
Corriere Economia – 25 luglio 2016