Vuole spiegare il caso del medico rimosso all’Usl 9 di Treviso? Il governatore Luca Zaia allontana i microfoni dei giornalisti presenti all’inaugurazione del ponte sul Piave dell’A4. «Nessuna dichiarazione». L’entourage del governatore del Veneto, irritato per il clamore che si è sollevato, non gradisce domande sulla vicenda del dirigente medico Giovanni Gallo. Poi aggiunge che la scelta è stata intrapresa liberamente dal direttore generale dell’Usl 9, Giorgio Roberti, e nega di essersene mai interessato: «L’ho saputo dal giornale», fa spiegare al suo staff il presidente della Regione.
Che sottolinea tuttavia come il medico già lo scorso settembre fosse stato raggiunto da una puntuale lettera di contestazione, firmata dal segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan. Il dirigente regionale avrebbe acquisito la registrazione della conferenza stampa decidendo di inviare una contestazione formale al medico. A questo punto, nonostante la difesa di Gallo, il direttore generale dell’Usl avrebbe deciso di non rinnovare l’incarico di direttore del Dipartimento di prevenzione.
Lettera dei colleghi a Gallo. «Grazie per il tuo impegno»
di Valentina Calzavara. «Caro Gianni, con queste poche ma sincere parole vogliamo essere noi a ringraziarti per quello che stai facendo all’interno del dipartimento». Inizia così la lettera scritta dal personale della Madonnina e inviata direttamente al dottor Giovanni Gallo, direttore dipartimento di Prevenzione dell’Usl 9. La missiva è datata 3 novembre. A sottoscriverla è stata la stragrande maggioranza dei suoi collaboratori. Hanno reagito così, increduli, alla mancata riconferma del loro primario. Notizia che lui stesso ha dato loro. Se in ambiente ospedaliero le bocche restano cucite, il clima prevalente è di solidarietà a Gallo. E all’esterno la vicenda continua a scatenare perplessità. «Una scelta discrezionale di fiducia», ha spiegato il direttore generale, Giorgio Roberti, negando che si tratti di un «licenziamento» da parte della sua azienda o della Regione. Se non fosse che, proprio da palazzo Balbi, è arrivata una lettera di contestazione tecnica-scientifica su quanto dichiarato da Gallo il 7 agosto, alla conferenza stampa per un caso di lebbra. Quel giorno il primario aveva preso le distanze dalle dichiarazioni di Zaia sulle possibilità che Ebola potesse arrivare attraverso gli sbarchi.
«Bisogna chiarire bene», commenta Adriano Benazzato, segretario regionale Anaao, il sindacato dei medici «ma se l’ipotesi della pressione politica fosse vera sarebbe un’espressione becera e inquietante di autoritarismo. Non lo voglio credere. Non nego che ogni direttore generale ha uno o più padrini politici tuttavia, sul caso Gallo, ho visto le motivazioni del direttore generale: mi sembrano francamente molto fragili e poco convincenti. Spero e mi auguro che abbia altre motivazioni tecniche che suffraghino questa sua scelta. Altrimenti che succederà? Per motivi economici non rinnoverà più tutti i capo dipartimento della sua azienda?».
A parlare è anche Sara Tabbone, medico e presidente delle Donne Medico del capoluogo che rilascia un commento a titolo personale. «Sono molto dispiaciuta. Gallo è un professionista molto competente e innovativo. Se ci fosse un nesso tra mancata riconferma e faccende di ordine politico, ne sarei disturbata, per il fatto che dei medici di Treviso lo consentano». Ivan Bernini (Cgil) pur non entrando nel merito della questione aggiunge che «sarebbe un fatto se ci fossero state pressioni». Per Maricla Camerotto della (Uil) «finchè le nomine in sanità continuano ad arrivare dalla politica, la mani saranno sempre legate, non ci sarà libertà. Chiunque abbia deciso su Gallo spero lo abbia fatto in piena coscienza e nell’interesse dei cittadini». Il caso del direttore del dipartimento sarà discusso in Conferenza dei Sindaci. «Inviteremo il direttore generale a relazionare», anticipa Paolo Speranzon «prendo atto di quanto accaduto, sono decisioni che spettano a lui».Giuseppe Favretto, presidente dell’Ordine dei Medici: «Non posso entrare nel merito, bisogna rispettare le decisioni, credo che Roberti sia sufficientemente autonomo, a volte succedono dei normali ricambi». Polemici invece Andrea Michielan e Giovanni Tonella, rispettivamente segretario e capogruppo del Pd in città. «La mancata riconferma dell’incarico a Gallo costituisce un atto gravissimo e intimidatorio che, in qualche modo, arriva a tutti i professionisti della sanità veneta. La salute dei cittadini veneti è messa in pericolo dalle scelte arbitrarie del governatore Zaia».
La Tribuna di Treviso – 20 novembre 2014