Una nuova e rarissima minaccia virale si affaccia nella Marca. Un uomo di cinquant’anni è stato ricoverato all’ospedale di Vittorio per sospetta “febbre da topo”, causata da hantavirus. È una malattia che si trasmette dai roditori infetti, mai registrata prima nel nostro territorio, ma pericolosa in quanto può scatenare febbre emorragica con gravi disturbi renali e polmonari. Centinaia di casi si sono registrati recentemente in Slovenia.
VITTORIO VENETO Un uomo di cinquant’anni è stato ricoverato all’ospedale di Vittorio per sospetta “febbre da topo”, causata da hantavirus. È una malattia che si trasmette tramite inalazione o contatto con saliva ed escrementi di roditori infetti, mai registrata prima nel nostro territorio, ma pericolosa in quanto può scatenare febbre emorragica con gravi disturbi renali e polmonari. “Il paziente proviene dall’area del Vittoriese ed è stato accolto in ospedale con febbre molto alta”, conferma il primario di Malattie Infettive Pier Giorgio Scotton, in costante contatto con i colleghi infettivologi dell’ospedale di Vittorio Veneto che stanno seguendo il caso.
Il degente è sotto stretta osservazione medica, idratato e curato con antibiotici ad ampio spettro, le sue condizioni sono in miglioramento. Esclusa la relazione con il Covid-19, inevitabile è stato il riferimento alle malattie trasmissibili dai roditori: dalla leptospirosi all’hantavirus, appunto. Nelle scorse settimane infatti nel Vittoriese si sono registrati diversi episodi di moria di topi, ancora senza una spiegazione scientifica. L’ipotesi più accreditata è che il cinquantenne sia entrato in contatto con i roditori raccogliendone le carcasse. “Ci troviamo davanti a un sospetto di hantavirus, sono in corso le verifiche di laboratorio”, sottolinea il direttore generale dell’Ulss Francesco Benazzi.
LE ANALISI A far scattare subito l’allerta e la decisione dell’autorità sanitaria di inviare i campioni di sangue e di urina del paziente al laboratorio di analisi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova è la straordinaria e finora inspiegabile moria di topi che da qualche settimana coinvolge tutta la zona della Pedemontana: toccando i comuni della provincia di Treviso fino al Pordenonese e oltre. Da giorni si interrogano popolazione locale ed esperti ma le indagini virologiche, batteriologiche e tossicologiche non hanno ancora dato risposta. “Non sono finora emerse cause infettive a spiegare l’elevato numero di decessi di topi a livello locale”, prosegue il direttore Scotton, “ma visto il fenomeno, a titolo precauzionale, stiamo approfondendo le cause.
Che possa trattarsi di un virus trasmesso dai topi all’uomo è una delle ipotesi più accreditate. “L’hantavirus è chiamato anche nefropatia dei Balcani dato che lì è molto presente. Non si trasmette da uomo a uomo, ma solo da topo a uomo, finora da noi non è mai stata documentata. Non esiste una terapia specifica, ma il paziente vittoriese sta rispondendo ai farmaci e ora sta meglio”, dice il primario. L’esito delle indagini arriverà nelle prossime ore. Pochi giorni fa una diagnosi di hantavirus è stata confermata a Gorizia, mentre nella vicina Slovenia sono stati segnalati oltre 200 infettati.
L’APPELLO DELL’ULSS In attesa di conoscere gli esiti di laboratorio e comprendere le ragioni che stanno provocando la silenziosa strage di roditori, l’Ulss invita alla cautela. Il primario Scotton si rivolge ai cittadini: “L’eccezionale moria di topi le cui carcasse vengono trovate un po’ ovunque, nei giardini e per strada, porta i cittadini del Vittoriese a raccogliere i roditori per smaltirli. In generale non è escluso che ci possa essere un contatto con un virus, seppur utilizzando guanti e sacchetti. Pertanto invitiamo tutti a prestare molta attenzione all’igiene”.
Valentina Calzavara – La Tribuna di Treviso