L’Europa vota domani 10 giugno in sessione plenaria la Risoluzione Lange in merito al TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership e tra i diversi emendamenti proposti solo il numero 27 chiede che qualsiasi arbitrato internazionale, sia pubblico sia privato, sia escluso, e rimandando alle corti nazionali ogni contenzioso. Questa posizione è sostenuta da 134 eurodeputati tra cui 22 italiani. Domani ci sarà un importante appuntamento per l’accordo. Il Parlamento Europeo si riunirà a Strasburgo per discutere e passare la Risoluzione Lange, già approvata dalla Commissione Commercio Internazionale il 28 maggio scorso nonostante le proteste. L’INTA (International Trademark Association) ha infatti convalidato la proposta ignorando diverse manifestazioni e una consultazione pubblica del 2014. La risoluzione in discussione non è vincolante e non determinerà la conclusione degli accordi, ma stabilisce dei principi da considerare durante le negoziazioni successive.
Si è parlato di Ttip anche al G7: i leader hanno concordato di accelerare i lavori per concludere l’accordo entro l’anno. Oltre all’accordo tra Ue e Usa, sotto i riflettori anche il Tpp, l’accordo tra Usa e Paesi dell’Asia Pacifico: «Faremo tutti gli sforzi per finalizzare i negoziati sul Tpp al più presto possibile e per il raggiungimento di un accordo di principio tra Ue e Giappone preferibilmente entro la fine dell’anno», si legge nel documento finale.
Gli oppositori criticano in particolar modo il punto riguardante la creazione dell’ISDS (Invester State Dispute Settlement), cioè un sistema di arbitrato sovranazionale. Grazie a questo sistema, le aziende multinazionali avrebbero diritto a citare in giudizio i governi che non rispettano i termini del trattato indipendentemente dal loro sistema giuridico. Se venisse approvato il TTIP , gli interessi economici potrebbero prevalere sulla sicurezza della salute e, come espresso da alcuni esperti delle Nazioni Unite sui diritti umani. Il fatto che le compagnie possano fare causa ai Paesi ma non viceversa,sembra voler proteggere i profitti piuttosto che le persone e si teme che i gruppi più deboli della società vengano ulteriormente danneggiati.
Stop TTIP ha scelto di farsi sentire dagli europarlamentari mandando loro email perché entrino in Parlamento consapevoli delle richieste dei cittadini. Sul sito sono state pubblicate una lettera generica e una lista di email dei parlamentari europei e si invita chiunque sia contrario a questa proposta commerciale a mandare una mail al parlamentare della propria circoscrizione elettorale.
La raccolta firme contro TTIP e CETA , portata avanti da un’alleanza di oltre 470 organizzazioni della società civile, contro il progetto di accordi commerciali tra Stati Uniti e Canada con l’Europa, ha raggiunto quota 2 milioni. È la prima volta che un’iniziativa promossa da cittadini europei raggiunge un numero di consensi così alto. L’obiettivo è arrivare a 2,5 milioni entro il 6 ottobre.
Oggi è di nuovo TTIP Tuesday e i sostenitori della campagna di tutta Italia si stanno mobilitando su Twitter, sollecitando i parlamentari a fare la scelta giusta. Stop TTIP ha pubblicato i link ai profili degli europarlamentari e alcuni tweet in cui taggarli. Firma la petizione, il modulo lo trovi sul nostro sito nella colonna di destra.
Giulia Bottaro – Il Fatto alimentare – 9 giugno 2015