IL CASO. Maximulta per una coppia di vicentini a Malpensa. Sono stati fermati per un controllo doganale al rientro da un viaggio in mar Rosso: il guscio della testuggine è vietato dalle normative internazionali
Gli agenti della Forestale hanno fermato i due turisti in aeroporto Vicenza. Quel souvenir è costato loro una fortuna. Non l’hanno neanche pagato troppo, nel negozietto dove l’hanno comperato, in Egitto: ma la cifra è salita vertiginosamente quando la forestale li ha pizzicati in aeroporto, facendo scattare sequestro e sanzione. In totale, 27 mila euro virgola qualcosa. Il prezzo del guscio di una tartaruga. IL VIAGGIO. Erika Cumerlato e Gianluca Vigolo avevano deciso di passare alcuni giorni delle vacanze natalizie in Egitto. Destinazione: mar Rosso. L’ideale per un po’ di caldo nella stagione più fredda in Veneto. La coppia, che abita in città, aveva trascorso un po’ di giorni in spiaggia e al mare e, durante una passeggiata in paese aveva fatto visita al negozio. I vicentini avevano notato la corazza della tartaruga e l’avevano comprata, probabilmente per tenerla in casa come soprammobile, ignari del divieto internazionale.
ALLA DOGANA. La coppia era quindi rientrata in Italia in aereo, atterrando allo scalo milanese di Malpensa. Una volta ritirati i bagagli, i vicentini erano stati fermati per il controllo alla dogana. Gli agenti del corpo forestale, impegnati nella verifica, avevano trovato il carapace nella valigia di Cumerlato. Vigolo aveva dichiarato che la corazza era sua ed erano stati fermati. La coppia è stata identificata e il guscio, di grandi dimensioni, subito sequestrato. Si tratta solo della corazza esterna; i vicentini hanno sottolineato il fatto che comunque l’animale era morto da tempo, e che loro non avevano alcuna intenzione di rendersi responsabili, direttamente o indirettamente, di maltrattamenti verso una specie peraltro protetta in tantissimi angoli del pianeta.
LA MULTA. La sanzione applicata cambia in base alla tipologia di “souvenir” e alle sue dimensioni. Ai vicentini è stato consegnato un verbale di 27 mila euro, al quale potranno fare ricorso anche se – per esplicita ammissione del loro legale – con scarse possibilità di successo. La corazza di tartaruga, sia essa di mare o di terra, rientra infatti nell’elenco stilato dalla Cites, cioè la commissione internazionale – alla quale l’Italia ha aderito parecchi anni fa – incaricata della protezione degli animali, vivi e morti, che vieta il commercio e il possesso anche di parti di quegli stessi animali. L’esempio più noto è quello dell’avorio delle zanne dell’elefante.
LE RATE. I vicentini, se il ricorso sarà respinto, potranno pagare la sanzione a rate, con modalità tutte da definire. Quella che hanno subito è una delle sanzioni più alte, anche perchè il guscio che avevano comprato – pare per poche decine di euro – era di una specie assai rara anche in Egitto. Va detto che nei paesi costieri sul mar Rosso, quelli a più alta affluenza turistica, di negozi del genere ne esistono numerosi, anche se molti non vendono pezzi originali, ma copie. Queste sì autorizzate.
Il Giornale di Vicenza – 29 gennaio 2012