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    Home»Notizie ed Approfondimenti»Unione Padova-Venezia, maratona notturna per il via libera
    Notizie ed Approfondimenti

    Unione Padova-Venezia, maratona notturna per il via libera

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche30 Ottobre 2012Nessun commento4 Minuti di lettura
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    Conto alla rovescia per il riassetto delle Province e le nuove Città metropolitane. Nella notte a Padova il consiglio comunale tra le polemiche ha discusso il via libera alla «Ve-Pa», l’alleanza tra Venezia e Padova.

    Pdl all’attacco con Rocco Bordin: «Questo è un blitz come quello a cui abbiamo assistito durante l’aggregazione tra Acegas Aps e Hera. Difficilmente porterà da qualche parte perché c’era l’obbligo di comunicarla alla regione 90 giorni fa. In realtà si tratta di una mossa per coprire l’aumento dell’Imu. Per questo è stata tirata fuori nello stesso consiglio comunale». La replica del Pd per bocca di Gianni Berno: «Con il nuovo decreto si aprono opportunità e abbiamo avuto anche disponibilità da parte del governo. È vero che prendiamo un treno in corsa ma è vero anche che c’è omogeneità nel territorio. Da 15 anni gli studiosi meditano sulla Patreve ed è un’occasione per razionalizzare le infrastrutture». Intanto anche ieri il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi ieri ha ribadito che il governo intende approvare «il decreto nel Consiglio dei ministri tra martedì e mercoledì o al più tardi la settimana prossima». Patroni Griffi ha confermato che si sta lavorando sul taglio di «36 delle 86 attuali Province delle Regioni a statuto ordinario» e poi ha aggiunto che «le proposte di riordino non sono arrivate tutte entro la scadenza del 24 ottobre». Il Veneto, ad esempio, ha deciso di conservare lo status quo, lasciando al governo Monti l’ultima parola: peccato che Zaia e Ruffato non abbiano fatto i conti con Orsoni e Zanonato, che con la loro proposta di Città metropolitana allargata hanno aperto un dibattito che inciderà profondamente nell’assetto istituzionale. Quando la Regione ha capito la reale portata della riforma, ha tentato di puntare i piedi con il governatore Zaia e il suo vice Zorzato. Ma il movimento dei «sindaci-metropolitani» si è messo in moto con una velocità siderale rispetto a quello guidato da Cacciari, Covre e Carraro negli anni Novanta perché al loro fianco hanno il governo tecnico di Monti: i ministri non debbono rispondere ai partiti e non si fermano di fronte alle pressioni dei big locali. L’ultimo tentativo di stoppare la Città metropolitana Ve-Pa porta la firma di Clodovaldo Ruffato, che come presidente del consiglio regionale ha ribadito al ministro Patroni Griffi che la proposta Orsoni-Zanonato non è percorribile sotto il profilo della legittimità costituzionale: l’articolo 133 va rispettato alla lettera e sulla delicata materia del riordino la Corte si dovrà pronunciare il 6 novembre. La proposta della nuova Città metropolitana dovrà invece arrivare a Roma entro il 31 ottobre, mentre il «debutto» è previsto il 1 gennaio 2014. La metropoli de facto. Perchè Padova si vuole unire a Venezia e non a Rovigo? La risposta va cercata nel «documento di indirizzo». «Negli ultimi trent’anni il Veneto ha profondamente cambiato il suo tessuto con uno sviluppo significativo attorno all’asse Padova-Venezia con un’appendice verso Treviso. Il processo di coalescenza tra i territori ha generato una città de facto identificabile in diversi elementi: la maggiore estensione dei flussi di pendolarismo dei cittadini di entrambi i poli, la nascita di nuovi centri gravitazionali che interessano tutta la città de facto». Segue poi l’elenco delle infrastrutture: l’aeroporto Marco Polo di Venezia, quello civile di Padova e il Nicelli del Lido sono gestiti dalla medesima società. Il sistema portuale che si sviluppa su Venezia e Marghera e Chioggia fa perno sull’interporto merci di Padova, il più grande d’Italia per la movimentazione dei container e sull’idrovia progettata dal professor Mario Volpato. «Questo asse già in parte tracciato dal canale fluviale può mettere in sicurezza il territorio padovano dai rischi di inondazione». Si fa poi riferimento al «polo delle fiere commerciali e industriali» ma soprattutto al polo universitario con i suoi importanti Atenei. Ultimo «brand»: il turismo. Padova e Venezia, città d’arte e cultura, rappresentano una delle capitali internazionali del turismo con importanti riflessi sugli alberghi», scrivono Zanonato e Rossi nella delibera discussa in consiglio comunale. Se alla Città metropolitana Ve-Pa arriva la «benedizione» di Rosanna Filippin, assai più cauto è l’atteggiamento dell’Anci del Veneto che ieri ha incontrato Ruffato, mentre l’onorevole MassimoBitonci annuncia un referendum a nome della Lega: «La parola va data ai cittadini». Consultare i Comuni. Il presidente Giorgio Dal Negro protesta perché i Comuni non hanno potuto far sentire la loro voce nella conferenza delle autonomie locali quando si è discusso di riordino della Province. «Quanto sarà estesa la Città metropolitana e che ne sarà del Bellunese? Il governatore Zaia si è impegnato a risolvere la questione nei prossimi giorni: lo aspettiamo al varco». Analoga questione viene sollevata da Antonio De Poli: «La maggioranza Lega-Pdl è in totale confusione».

    Il Mattino di Padova – 30 ottobre 2012

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