Uova alla diossina Belgio e Olanda. Torna l’allerta europea
Un nuovo caso di uova contaminate da diossina sta scatenando l’ennesimo allerta europeo. Dopo l’episodio che aveva interessato la Germania lo scorso gennaio (milioni di uova contaminate dal mangime in cui erano finiti grassi industriali esportate in tutta Europa), un maxiritiro sta interessando in questi giorni Belgio, Olanda e Lussemburgo.
Le uova alla diossina sono state prodotte in Olanda , da un’azienda agricola biologica, e, secondo quanto riferisce l’Autorità per la sicurezza alimentare olandese, una parte di esse ha fatto tappa in Belgio per il confezionamento. Da lì diversi lotti sono stati venduti a una catena di negozi in Belgio e Lussemburgo, altri sono finiti a un’azienda belga. A destare l’allarme delle autorità c’è il fatto che le uova sono state utilizzate anche per la produzione di alimenti industriali , che ora le autorità stanno cercando di rintracciare. Ancora sconosciute le cause della contaminazione, che riguarderebbe, fortunatamente, una sola azienda agricola (e ciò porterebbe a escludere che la diossina fosse nel mangime). Gli investigatori non sono neanche in grado di definire, per il momento, quante siano le uova oggetto di contaminazione, come ha ammesso lo stesso portavoce dell’Autorità alimentare olandese. Intanto è scattata l’allerta sul Rasff , il sistema comunitario di allerta alimentare. Le uova contaminate sono state ritirate dal mercato e le aziende europee che le hanno acquistate per la trasformazione di alimenti (le autorità mantengono il riserbo, al momento, su quali siano) hanno ricevuto l’avviso di non utilizzarle fino a che le analisi non avranno accertato che i lotti da loro acquistati non presentano pericoli.
fonte: Il Salvagente 01/09/2011