È la carta con cui Luca Zaia si gioca la sfida della sostenibilità finanziaria del sistema sanitario senza ricorso all’inasprimento fiscale. Ma la corsa dell’Azienda Zero, che il governatore aveva annunciato di voler far arrivare al traguardo entro il 1° gennaio 2016, avrà bisogno di tempi più lunghi dello sprint evidenziato dalla legge sulla revisione dei project financing. Al secondo passaggio in commissione Sanità, infatti, ieri l’opposizione ha ottenuto l’avvio delle procedure di consultazione e ha chiesto lo scorporo della riduzione delle Usl, opzione quest’ultima sgradita al presidente della Regione ma non a tutta la sua maggioranza. Chi si aspettava un’immediata calendarizzazione in aula del progetto di legge nel suo complesso, com’era avvenuto appunto nell’iter del provvedimento sulle grandi opere, sarà rimasto deluso (per martedì prossimo Roberto Ciambetti e l’ufficio di presidenza hanno iscritto all’ordine del giorno la convalida degli eletti, interrogazioni e mozioni).
Ma non potrà essere sorpreso, come chiosa Sergio Berlato, il capogruppo di Fratelli d’Italia ancora una volta in asse con la minoranza: «Le regole vanno rispettate, per questo ho sollevato con forza la questione di metodo. Quando un quarto dei componenti le richiede, le consultazioni devono essere avviate». Saranno così sentiti i sindaci, gli ordini professionali, i sindacati e le associazioni degli ammalati, «per stabilire un percorso condiviso con i soggetti obbligatoriamente da sentire – osserva Bruno Pigozzo del Partito Democratico – in modo da arrivare ad un testo soddisfacente per il territorio e per i cittadini».
Secondo le indicazioni di Zaia, il tentativo è di procedere a tappe spedite, magari convocando i commissari per due volte alla settimana e alle 9.30 anziché alle 11. Annuncia il presidente Fabrizio Boron (Zaia Presidente): «Procederemo calendarizzando velocemente la scaletta. Sono assolutamente convinto che sapremo mettere sul tavolo tutti i dubbi e tutte le perplessità in merito all’Azienda Zero, anche grazie alla disponibilità di Luca Coletto e Domenico Mantoan, che hanno già assicurato la propria presenza in commissione per chiarire eventuali punti oscuri del testo presentato».
È proprio all’assessore e al dirigente della Sanità che a fine seduta Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha lanciato informalmente la proposta (indecente per i sostenitori del turbo-consiglio, fattibile per gli assertori della Realpolitik): «Scorporare il progetto unico, mettendo da una parte il riordino delle Usl, sul quale confermiamo la convergenza del M5S se questo sarà fatto nella direzione di far risparmiare i veneti, e trattando separatamente ed in un secondo momento la questione dell’Azienda Zero, che solleva tanti dubbi e richiede adeguati approfondimenti».
Idea condivisa, nel frangente, anche dal Pd: «L’urgenza – sottolinea Claudio Sinigaglia – è ridurre il numero delle aziende sanitarie, anche in vista della scadenza a fine anno dei contratti dei direttori generali». Secondo quanto riferiscono Berti e Sinigaglia, sul punto «Coletto e Mantoan hanno manifestato uno spirito di collaborazione e buon senso», rispetto all’opportunità di portare a casa intanto la condivisione sulla parte del testo che prevede la riduzione delle Usl da 22 a 7, una per provincia (con la conferma delle due aziende ospedaliere di Padova e Verona e dell’Istituto oncologico veneto). Peraltro lo stesso Nicola Finco, capogruppo della Lega Nord oltre che co-firmatario del progetto di legge, dichiara che «non c’è alcuna urgenza di portare in aula il Pdl, se non quella che hanno i veneti di godere di una sanità migliore. Per il resto credo sia opportuno licenziare il testo con la più ampia condivisione possibile, senza zone d’ombra, forzature o contrapposizioni».
Al momento invece il cielo è tutt’altro che sereno sopra Palazzo Ferro Fini, ovviamente nella metà scrutata dalla minoranza, nel merito dell’Azienda Zero. «Se avesse solo lo scopo di snellire e sburocratizzare il lavoro delle Usl, ad esempio accollandosi come ci è stato spiegato gli acquisti e gli appalti, potrebbe anche starci bene – premette Sinigaglia – ma da quanto capiamo si tratta invece della nuova agenzia di governo del sistema veneto, più sanitario che socio, destinata a smantellare il dipartimento regionale e a svuotare di competenze consiglio e commissione». Aggiunge Berti: «Gli organi di controllo dell’Azienda Zero verranno nominati dalla giunta. Questo getta dubbi sull’indipendenza in materia di valutazione e certificazione di un ente così autoreferenziale». Chiede in definitiva Marino Zorzato di Alleanza Popolare: «La programmazione in sanità sarà compito del consiglio o della nuova Azienda?».
Domande a cui, nelle scorse settimane, Zaia aveva risposto invitando a leggere il testo circa la finalità dell’Azienda Zero di gestire, e non di programmare, le questioni sociosanitarie. Ieri invece il governatore non è tornato sull’argomento, ma ha fatto comunque sentire la sua voce in materia, a proposito del caso Regioni aperto dalla Corte Costituzionale dopo la bocciatura del bilancio del Piemonte: «Ribadisco la correttezza dell’operato del Veneto, costretto dallo Stato a farsi prestare i propri soldi e a pagarci pure venti milioni l’anno di interessi, per liquidare tutti i settemila creditori del settore. Il problema è che siccome qualche altro ente ha usato i soldi per finalità di cassa anziché per ripianare i debiti, ora si tenta di approfittare dell’errore di alcuni per screditare le Regioni nel loro complesso». Secondo il leghista il regista dell’operazione sarebbe il governo: «Ha fatto partire un gioco al massacro a cui noi non ci stiamo. Tra qualche mese a Roma diranno che hanno contratto la pressione fiscale, ma la verità è che nel frattempo l’avranno trasferita a livello locale, costringendo gli enti territoriali a introdurre nuove tasse. E tutto questo perché, invece di applicare i costi standard, il governo è ostaggio degli spreconi che sostengono la sua maggioranza».
Sempre in tema di sanità, intanto, la Regione ha deciso di riavviare il procedimento sul nuovo ospedale di Padova, dopo che il Tar aveva accolto il ricorso di Finanza e Progetti Spa. L’obiettivo è di motivare adeguatamente, e dunque questa volta a prova di tribunale, la propria dichiarazione di «non interesse pubblico».
PROGETTO DI LEGGE N. 23 – “ISTITUZIONE DELL’ENTE DI GOVERNANCE DELLA SANITÀ REGIONALE VENETA DENOMINATO ‘AZIENDA PER IL GOVERNO DELLA SANITÀ DELLA REGIONE DEL VENETO – AZIENDA ZERO’. DISPOSIZIONI PER LA INDIVIDUAZIONE DEI NUOVI AMBITI TERRITORIALI DELLE AZIENDE ULSS” – presentata alla presidenza del Consiglio il 26 giugno 2015 – proposta di legge del consigliere Luca Zaia
Il Corriere del Veneto – 26 agosto 2015