L’ex ad della Venezia-Padova rimane ai domiciliari. Decisive le dichiarazioni di quattro accusatori
VENEZIA – Condannato a quattro anni per essere stato corrotto da quattro imprenditori. Dopo l’audizione dell’avvocato Chiara Cacciavillani, che insieme al padre Ivone, uno dei più noti amministrativisti del Veneto, aveva firmato la consulenza del pm Stefano Ancilotto sui lavori della società autostradale, il gup Roberta Marchiori nel primo pomeriggio ha emesso la sentenza su Lino Brentan.
Quindi è stata praticamente accolta la richiesta del pm. Per l’ex amministratore delegato della Venezia-Padova niente carcere. Per il momento rimane ancora ai domiciliari nella sua casa di Campolongo Maggiore ma la difesa ha già presentato l’ennesima richiesta di liberarlo, richiesta a cui arriverà una riposta nei prossimi giorni.
Decisive, ai fini della condanna, sono state le dichiarazioni degli imprenditori. Ben cinque persone lo avevano accusato di averli costretti a pagare tangenti: l’ingegner Luigi Rizzo ha confessato di avergli versato 110 mila euro in cambio di un milione e 100 mila euro di lavori, Silvano Benetazzo (poi deceduto) e Rino Spolador hanno parlato di 60 mila euro, Dario Guerrieri di 35 mila (ma l’episodio non fa parte del processo in quanto dichiarato prescritto dal gip Liguori e dunque escluso dal giudizio immediato per motivi tecnici), Remo Pavan di 15 mila.
Corriere del Veneto – 26 luglio 2012