Sette Ulss, una per provincia, più poteri alle conferenze territoriali dei sindaci e un meccanismo che abbatta le liste di attesa facendo ricorso all’attività libero-professionale di medici e operatori sono le novità proposte – con un progetto di legge – da Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra veneta) per riorganizzare la sanità veneta. Il progetto di legge depositato in Consiglio regionale (e attualmente all’esame della commissione Sanità) prevede di ricondurre le attuali 21 Ulss territoriali a sette, una per ogni ambito provinciale. “Così si potranno snellire gli attuali costosi apparati socio-sanitari – dichiara il firmatario – che pesano non poco nel bilancio della sanità e destinare i risparmi ottenuti al miglioramento dei servizi offerti ai cittadini”.
La proposta di legge di Pettenò prevede, inoltre, di valorizzare la Conferenza dei sindaci del territorio affidandole la scelta dei candidati al ruolo di direttore generale e una partecipazione diretta alla programmazione. “Si potrebbe così ottenere un riequilibrio – argomenta Pettenò – tra il potere monocratico del direttore generale e quello dei sindaci, rappresentanti diretti dei cittadini”. Infine Pettenò propone di affrontare il problema delle ‘liste di attesa’ autorizzando le Ulss ad avvalersi delle attività libero-professionali intramoenia di medici, specialisti e tecnici, senza oneri aggiuntivi per i cittadini. Il maggior costo delle prestazioni erogate facendo ricorso all’intra moenia dovrà essere a carico dell’Ulss di appartenenza e dell’azienda alla quale è stata richiesta la prestazione. “In questo modo – assicura Pettenò – sarà possibile garantire ai cittadini il rispetto del termine massimo di trenta giorni”.
Anche il consigliere regionale Diego Bottacin (gruppo misto-Scelta civica) ribadisce la necessità di riorganizzare la mappa delle Ulss riducendole a 7. “L’accorpamento e la riduzione delle 21 aziende sanitarie venete, dovrebbe essere un tema caldo nell’agenda politica della maggioranza. Invece – dichiara Bottacin – Zaia continua a distrarre l’attenzione urlando contro Roma, i partiti di maggioranza si baloccano con le divisioni interne e nessuno affronta il nodo dei crescenti costi e della diminuzione dei budget. Tagliare radicalmente il numero di Ulss – ricorda Bottacin, che aveva proposto la riduzione a 7 già lo scorso anno in occasione del dibattito sul nuovo piano sociosanitario regionale – significa affrontare i problemi eliminando doppioni amministrativi e riducendo la burocrazia senza intaccare i servizi ai cittadini”.
6 dicembre 2013