Veneto. Verso attenuazione tagli extra-Lea. Ticket per finanziare l’assistenza sociale
Assegni di cura alle famiglie con disabili e non autosufficienti: la giunta ci ripensa, riesame e servizi gratuiti fino a marzo
VENEZIA L’ondata di proteste suscitata dall’annuncio dei tagli alle prestazioni sanitarie e sociali “facoltative” da parte della Regione, ha indotto il governatore Luca Zaia ad un ripensamento. In ballo ci sono i livelli di assistenza “non essenziali” (i cosiddetti extraLea): la legge li esclude dal prontuario obbligatorio ma, a differenza di altre regioni, il Veneto fino ad oggi li ha puntualmente erogati in forma gratuita. La gamma dei servizi è ampia e comprende la certificazione dell’idoneità dei minorenni all’attività sportiva e gli assegni di cura alle famiglie con persone non autosufficienti; i contributi alla riabilitazione dei pazienti con disturbi fisici e psichici, il sostegno ai centri diurni per disabili e molto altro ancora. Centomila, almeno i soggetti coinvolti, a fronte di una riduzione di spesa stimata in 126 milioni di euro: un “sacrificio” giudicato necessario a compensare la stretta finanziaria dello Stato – «I tagli vergognosi di Roma ai nostri danni», nelle parole di Zaia, che peraltro promette di «non lasciare a piedi nessuno» – ma contestato con toni accesi dalle forze sociali.
«Fatto di inaudita gravità che colpisce prevalentemente disabili e anziani non autosufficienti», lo definisce la Cgil; «Scelta da respingere in toto», rincara Franca Porto (Cisl), che invita la giunta a «tornare sui suoi passi e ad assumersi le proprie responsabilità in materia di politiche socio-sanitarie»; concorde, l’appello sindacale a una riforma del sistema che razionalizzi la spesa salvaguardando il sostegno alle categorie più deboli.
Pressato da più parti, Palazzo Balbi replica puntualizzando, anzitutto, che la delibera dei tagli non è immediatamente esecutiva ma lo diventerà soltanto dopo il via libera della commissione sanità. A presiedere quest’ultima è Leonardo Padrin, che prefigura fin d’ora un riesame dei provvedimenti: «Condivido l’esigenza di bilancio», afferma «ma non possiamo trattare tutti gli extraLea allo stesso modo, occorre esaminarli nel merito e valutarne soprattutto l’impatto sociale. È quello che intendiamo fare».
C’è di più. L’orientamento emerso è quello di rimodulare i tagli, prevedendo la continuità delle prestazioni nell’immediato. Gli assegni di cura sono erogati su base trimestrale: l’ultimo, al 31 dicembre, è stato puntualmente versato; il prossimo è previsto il 31 marzo e, lasciano intendere gli uffici della Sanità, sarà ugualmente onorato per i suoi riflessi delicati sulla “tenuta” delle famiglie che accolgono congiunti non autosufficienti. Ma come compensare continuità del welfare ed equilibrio di bilancio, stante il giro di vite deciso dal Governo? Si procederà anzitutto ad una rivisitazione del lungo elenco dei livelli di assistenza facoltativi, tracciando una gerarchia che individui gli interventi prioritari da garantire ad ogni in costo e quelli ritenuti “sacrificabili” o superati dall’evoluzione del welfare. A definire la nuova mappa sarà una commissione di tecnici presieduta dal top manager della sanità Domenico Mantoan. Per finanziare l’operazione, sarà adottato un ticket dal quale saranno esentate le sole categorie protette. Insomma, si profila un’attenuazione della sgradita manovra iniziale, nella speranza che, da qui a marzo, le economie dettate dalle Ulss consentano di reperire ulteriori risorse.
Filippo Tosatto – 10.01.2013 – Il Mattino di Padova